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Però attenzione quando si parla di “conoscenza dell’AI”: non v | MCC - Marco Camisani Calzolari

Però attenzione quando si parla di “conoscenza dell’AI”: non vuol dire saper scrivere le domande sulle piattaforme dedicate, quello che in gergo si chiama prompting. Non ci si improvvisa esperti di Artificial Intelligence. Serve, come minimo, saper scrivere un codice e conoscere i linguaggi di programmazione.

Non è qualcosa che si affronta a cuor leggero né che si improvvisa. Se uno prende spesso il pullman non può definirsi un esperto di pullman, perché al massimo ne conosce gli orari ma non i meccanismi interni che gli consentono di circolare. La stessa cosa vale per l’intelligenza artificiale: saper usare certi strumenti online per ottenere dalla macchina testi di senso compiuto non significa che ci si può candidare presso un’azienda dichiarandosi specialisti del settore.

Un discorso simile vale per chi lavora nella cybersecurity: è una materia complessa, da studiare e approfondire. Sapere come evitare il phishing non fa di noi degli esperti in cybersicurezza.

È probabilmente anche per questo che le aziende non trovano le persone giuste. Ma, lo ripeto, chi ha nel proprio curriculum un’esperienza seria di studio o di lavoro in questi ambiti ha certamente una marcia in più.