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...La stragrande maggioranza degli account è stata trafugata d | MCC - Marco Camisani Calzolari

...La stragrande maggioranza degli account è stata trafugata dal software malevolo Raccoon, seguito da Vidar e RedLine. Lo hanno fatto attraverso strumenti che si chiamano “information stealers”: sempre più popolari tra i cybercriminali, consentono di rubare password, cookies, dati di carte di credito e altre informazioni direttamente dai browser e anche dai portafogli di criptovalute.


L’Italia, secondo l’azienda di sicurezza informatica che ha diffuso la notizia, non sarebbe tra i Paesi più colpiti. Al primo posto c’è l’India, con ben 12.632 credenziali rubate, seguita da Pakistan, Brasile, Vietnam, Egitto, Stati Uniti, Francia, Marocco, Indonesia e Bangladesh. Ma può toccare anche a noi, perciò non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia.

L’avevo scritto già ad aprile e lo ripeto: è un problema enorme se ChatGPT raccoglie a strascico dati su chiunque dal web senza seguire una precisa normativa. Bisogna capire che fine fanno i dati che noi stessi inseriamo dialogando con il chatbot. Per esempio, sarebbe utile sapere se nel mucchio ci sono anche le domande che rivolgiamo alla macchina, il cosiddetto prompting. Queste domande possono contenere informazioni molto riservate, che non vogliamo assolutamente rendere pubbliche. In altre parole: può capitare che raccontiamo a ChatGPT i fatti nostri. Il rischio è che, un domani, episodi personali vengano associati automaticamente al nostro nome sul web solo perché abbiamo inconsapevolmente immesso noi stessi quelle informazioni nel mare magnum di OpenAi.

La situazione è allarmante. Servono regole precise e interventi normativi per evitare ulteriori danni.