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Anche al di la delle misure che annunciamo oggi, siamo pronti ad adottare ulteriori misure per costringere la Russia a rispondere del suo attacco all'Ucraina»

l primo punto che riteniamo dovere contestare è quello si riferisce alla rimozione dal sistema SWIFT solo di alcune banche selezionate. Vorremmo infatti sapere e capire perchè solamente alcune banche e non tutte le banche russe? Si tratta di una falsa restrizione: se noi volessimo muovere soldi dal nostro conto su una delle «banche selezionate» basterebbe farli transitare da una delle banche escluse dalla restrizione, in altre parole con una semplice triangolazione.

Il secondo punto che contestiamo è quello in cui si dichiara di volere applicare misure restrittive che impediscano alla Banca centrale russa di dispiegare le sue riserve internazionali: non si fornisce nessun dettaglio convincente in proposito e l'alone di incertezza, di indeterminabilità, che grava su questo punto non lascia immaginare nulla che non sia di fatto eludibile.

Il terzo punto che contestiamo è quello relativo all'azione contro le persone e le entità che facilitano la guerra in Ucraina. Si parla di limitazione della vendita della cittadinanza, ma quali concreti interventi hanno intenzione di applicare i paesi occidentali contro le persone e le entità che già godono di tali titoli e che in virtù di questi continuano ad avere libero accesso ai sistemi finanziari dei paesi occidentali? Anche questa appare ai nostri occhi come una falsa restrizione.

Infine contestiamo il passaggio relativo agli interventi atti a identificare e congelare i beni delle persone e delle società sanzionate che esistono all'interno delle nostre giurisdizioni.
Anche questa secondo noi, l'ennesima falsa restrizione: come già succede da sempre anche nella nostra italia con chi per esempio tenta l'evasione fiscale, per eludere questa misura è sufficiente che le «persone e le società sanzionate che esistono all'interno delle nostre giurisdizioni» si procurino dei prestanome cui intestare i beni, altrimenti oggetto della restrizione, per eludere la medesima.

A questo punto, cercando di trarre le conclusioni, ci sembra che questo tanto sbandierato «Joint Statement on Further Restrictive Economic Measures», di fatto non sia che un nuovo maldestro tentativo dei paesi occidentali, di ingannare i cittadini più ingenui e «creduloni», persuadendoli che stanno mettendo in atto delle efficacissime misure per arrestare l'offensiva russa senza ricorrere necessariamente all'uso delle armi.

La realtà secondo noi è tragicamente diversa.

Nessuno dei paesi europei ha concreto interesse a lasciarsi coinvolgere nella questione ucraina. Le ragioni principali sono due:
Molti di loro, se non tutti, hanno dei contratti in essere con la Russia che condizionano pesantemente le proprie economie (forniture di gas, petrolio, grano, sviluppo turistico, e via dicendo);
L'Europa è priva di un proprio esercito e anche unendo le forze armate comunitarie, sarebbe impossibile trovarsi in condizioni tali da ottenere un successo o da ottenerlo senza ingenti perdite. La distanza geograficamente ravvicinata con la Russia, espone inoltre l'Europa intera a sicura decimazione della popolazione qualora si trovasse coinvolta in una guerra, che incorresse anche nel malaugurato uso di armi batteriologiche o nucleari.

Ergo, secondo noi i paesi Europei non hanno la minima intenzione di ostacolare concretamente le
i
ntenzioni della Russia e tutto le altre ipotesi di cui si sente parlare, sono solo materiale per vendere i giornali e alzare gli ascolti.
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