2022-03-08 23:11:22
Piumone nero,
Lenzuola luminose,
Spettro di inverno,
La notte chi è,
Un colore fortunato,
Od un letto di onde,
Loro offrono chi accoglie.
Chiudiamo il mattino,
Dai rumori nervosi,
Il colore dei fatti,
Occhi stressati,
Siamo la pace,
O quasi la calma,
La tranquillità dello zero,
Riposati di silenzio,
Nero seguente,
Sia me che te riapriamo gli spettri,
Sei siamo capaci,
Altrimenti fortunati.
Chiude la disperazione del suo futuro,
I rumori ammirano la solitudine,
Lo stesso silenzio intorno,
Il mattino riposato riapre gli occhi della panchina,
Alla stazione nero paura c’è un barbone,
Fatti ambientali,
È capace di tutto,
Ha gli occhi se nervoso,
Quando li chiude è stressato,
Presente.
Il cemento filtra il frammento d’Ucraina,
I bagliori dei missili ammirano chi protegge la luce,
Non solo di un colore,
I rumori fanno esplodere il cielo della Nato,
Il bunker chiude illuminato il suo nero riaperto,
Le stelle rilasciano lo stesso la paura dei molesti.
La colpa degli occhi, turbe di morte,
A Kiev un piccolo presente,
Essere il petrolio ed il gas,
Nello sguardo di un dittatore comunista,
Il mattino del Donbass è perso nell’insediamento,
I capaci neo-zaristi e gli alleati riapriranno il bombardamento del dolore.
Chi inventa si rassegna, dubita chi trema,
Leysla e Valeyiri si sposano in prima linea,
Il sindaco di Gostomel è stato ucciso,
Mentre il pane ai nuovi profughi distribuiva,
Un marito ed una donna alzano il passeggino,
Non vogliono che il figlio cammini sulla terra surclassata,
Se non conosci o non vuoi conoscere, non proteggi nulla.
La pace è una resistenza benigna,
Una missione speciale,
E se è speciale è per pochi,
E se una missione non la fanno in tanti,
Per tutti diviene impraticabile.
Il conflitto di una discussione,
È interrogare la paternità,
Di un termine insegnatoci,
La calma doveva partorire la pace,
Il medico in resistenza l’ha fatta abortire,
Ed ecco che dal ventre incostante,
Tra Mariupol e Sumy nella cantina della notte indeterminata,
C’è un filo di spago che sembra in tranquilla decomposizione.
D’ora in poi ci chiameremo la guerra della pace,
I fortunati, un luogo metropolitano di sola empatia,
Il futuro, un territorio di spaventati, l’anemofobia invernale,
Senza fuggire nell’ambito piccolo delle narcisistiche allegrie.
Non dimentichiamo chi siamo, e come potremo rivederci.
Francesco
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