Get Mystery Box with random crypto!

SPECIALE RUSSA-UCRAINA: LA SOLITUDINE DI ZELENSKY Allarmi | ISPI - Geopolitica

SPECIALE RUSSA-UCRAINA: LA SOLITUDINE DI ZELENSKY

Allarmi indigesti
“Le cose potrebbero precipitare rapidamente”. Queste le parole pronunciate ieri da Biden, che ha anche invitato i cittadini americani in Ucraina a lasciare il paese il prima possibile. E dire che nei giorni scorsi la tensione sembrava allentarsi e la via diplomatica rafforzarsi.
Ma la riunione di ieri degli sherpa del formato Normandia (Germania, Russia, Ucraina e Francia) si è conclusa con un nulla di fatto, e intanto da entrambi i fronti continuano ad alzarsi i toni (e non solo: oggi sei navi militare russe sono attraccate in Crimea). In mezzo, un’Ucraina dove ogni allarme di invasione russa indebolisce l’economia e la stabilità politica, nonostante i tentativi del presidente Zelensky di abbassare la tensione.

Opzioni di riserva
Da quando a novembre la presenza dei 100mila soldati al confine con l'Ucraina è diventata di dominio pubblico, la valuta nazionale ha perso il 10% del suo valore rispetto al dollaro, per poi avere un piccolo miglioramento proprio in questi ultimi giorni di aperture diplomatiche.
Chi deteneva titoli di stato ucraini se ne è liberato a inizio anno, causando un aumento dei loro tassi di interesse fino al 25% che rende quasi impossibile per il governo prendere in prestito denaro sui mercati internazionali. Rispetto al 2014, quando il PIL crollò del 10%, l'economia dell'Ucraina è però meglio preparata: le riserve in valuta estera sono ai massimi del decennio e sono in arrivo fondi extra da UE e IMF. E quindi, nonostante tutto, le prospettive di crescita per quest’anno restano positive (+3,4%).

A chi piace Zelensky?
Se l’economia sembra (per ora) resistere al clima di tensioni, diverso è il discorso sulla stabilità politica. Le élite ucraine, sia quella “filo-occidentale” che quella “filorussa”, stanno usando questo momento critico per aumentare la loro popolarità a suon di critiche verso l’attuale governo.
Tra i maggiori beneficiari di questo stallo c’è Petro Poroshenko, l’ex presidente che ha guidato il paese nella guerra del 2014, ed è ora dato dai sondaggi a pochi punti di distacco da Zelensky. Che si trova sempre più isolato nel suo paese, ma anche sul piano internazionale: troppo “aperturista” per Mosca, ma non abbastanza affidabile per gli alleati occidentali, che lo vorrebbero più disposto a scendere a compromessi sugli accordi di Minsk.
Stretto tra NATO e Mosca, quanto potrà resistere Zelensky?

Non perderti la nuova puntata di Globally, il nostro podcast sulla geopolitica. Direttamente da uno dei fronti più caldi della crisi, “Cronache dal Donbass, Ucraina”. Ascoltala qui: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/podcast-globally-cronache-dal-donbass-ucraina-33193

E poi, “La Libia ha due premier, di nuovo”. Leggi l’ISPI Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/la-libia-ha-due-premier-di-nuovo-33196