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SCO: la prova del 9       Welcome to the club   È ufficial | ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale

SCO: la prova del 9    
 
Welcome to the club  
È ufficiale: l’Iran è il nono membro della Shanghai Cooperation Organization (SCO), l’organismo per la cooperazione in campo securitario, politico ed economico nato nel 2001 su iniziativa di Russia e Cina. Ne fanno parte quasi tutti i Paesi dell’Asia Centrale. E negli anni, oltre all’ultimissima adesione, ha incluso tra le sue fila anche Pakistan e India.  
 Proprio la promozione di Teheran a membro a tutti gli effetti ha coronato il 23° summit dei leader SCO, svoltosi ieri in formato online sotto presidenza indiana. Tra i partecipanti più attesi il leader cinese Xi Jinping e, soprattutto, il presidente russo Vladimir Putin, al primo appuntamento multilaterale dopo il tentato colpo di stato di Prigozhin e Wagner.   
 
Bigger is better than big   
Cogliendo la palla al balzo per sottolineare che il popolo russo “è unito come mai prima d’ora”, Putin ha ribadito di essere ancora saldamente al timone del Cremlino. Evidenziando, inoltre, la crescita dell’uso delle valute nazionali negli scambi commerciali interni alla SCO. In particolare tra Mosca e Pechino, che effettuerebbero ora l’80% dei pagamenti in rubli e yuan.   
Ma più dei numeri sulle semplici transazioni commerciali, a elevare la SCO a istituzione potenzialmente capace di plasmare un mondo a trazione “non-occidentale" sono altri dati. Dopo l’ingresso dell’Iran, infatti, i Paesi SCO raccolgono circa il 42% della popolazione del pianeta, così come il 27% del PIL mondiale e il 23% della produzione di petrolio.   
 
Nuovi membri, vecchi problemi   
A conclusione del summit, con la firma della Dichiarazione di Nuova Delhi, gli stati membri hanno ribadito il loro impegno “per la formazione di un ordine mondiale più rappresentativo, democratico, giusto e multipolare”. Nonostante l’inclusione di nuovi Paesi e il già indubbio peso specifico dell’organizzazione possano aiutare ad affermare tale disegno, tutto questo potrebbe non bastare.  
Sempre nella Dichiarazione, tutti i Paesi hanno espresso sostegno al progetto cinese della Belt and Road Initiative. O meglio, tutti tranne uno: l’India. È bene ricordare che la SCO unisce anche attori dalle relazioni storicamente complicate, proprio come Cina e India, o India e Pakistan. Nonostante l’aumento nei numeri, quindi, i vecchi problemi restano, e potrebbero addirittura aggravarsi. Basteranno le prospettive delineate dalla SCO ad accantonare rancori e rivalità di lunga data?   
 
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