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PROTESTE IN FRANCIA: IL TERZO GIORNO   Le forze del disord | ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale

PROTESTE IN FRANCIA: IL TERZO GIORNO 

 Le forze del disordine  
Terza notte di fuoco per la Francia. Ad accendere la miccia martedì era stato l’omicidio da parte di un poliziotto di Nahel M, un diciassettenne di origini algerine. Nahel, senza patente, si trovava alla guida di una macchina nei pressi di Nanterre – periferia di Parigi – quando, al rifiuto di sottoporsi a un controllo di routine, un agente di polizia gli ha sparato, uccidendolo.  
In segno di protesta, la madre del ragazzo ha organizzato una pacifica marche blanche. Ma il danno era già fatto: di lì a poco, infatti, la manifestazione è degenerata. La rabbia verso le forze dell’ordine è esplosa con veemenza, spandendosi a macchia d’olio da Nanterre in tanti altri centri urbani.
 
L’odio 
A nulla sono valse le parole di Macron, che ha tempestivamente condannato l’accaduto definendo la morte di Nahel “inspiegabile e ingiustificabile”. E a poco è servita la richiesta d’arresto da parte della Procura per il poliziotto responsabile, indagato per omicidio volontario. L’escalation di violenza non accenna a placarsi, tanto da costringere il presidente francese a rientrare anzitempo dal Consiglio europeo in corso a Bruxelles
Il bilancio della terza notte di scontri è drammatico: più di 600 arresti, 249 feriti tra gendarmi e poliziotti (su ben 40.000 agenti mobilitati). Sono i numeri di una vera e propria guerriglia, che ormai non si limita a colpire rappresentanti dello stato e arriva a minacciare banche, negozi, e zone turistiche. Non a caso, ieri pomeriggio, il porto vecchio di Marsiglia è stato evacuato per via di scontri tra polizia e manifestanti. 

“Fino a qui tutto bene” 
Ma cosa sta succedendo in Francia? Pochi mesi fa le manifestazioni di strada contro la riforma pensionistica voluta da Macron avevano mostrato l’insofferenza e la rabbia di un popolo che si sente sempre meno rappresentato da una classe politica tecnocratica. Per motivi simili, nel 2018, il movimento dei gilet gialli aveva infiammato il paese per settimane. 
Questa volta, però, c’è qualcosa in più. Il fatto che la vittima sia un giovane franco-algerino proveniente da un quartiere popolare alimenta un malcontento diffuso che ha radici ben più profonde. L’assurda morte di Nahel non è che la punta dell’iceberg di un sistema solcato da profonde disuguaglianze, discriminazione e povertà. Nel quale la crescente immigrazione è spesso sinonimo di segregazione più che di integrazione. Un cocktail che, presto o tardi, potrebbe rivelarsi esplosivo. E non solo in Francia. 

Ucraina e migranti sono stati i principali temi sul tavolo dei Ventisette: il Consiglio Europeo è terminato tra molti dossier, qualche decisione e un’impasse. Ne parliamo nell’ISPI Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/consiglio-europeo-stop-go-134232