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BATTERIE CARICHE E PRONTI AL VIA  L’India accende le batter | ISPI - Geopolitica

BATTERIE CARICHE E PRONTI AL VIA 

L’India accende le batterie 
Il governo indiano sta discutendo il lancio di un sussidio per far crescere nel paese l’industria delle batterie. Il programma di incentivi sul tavolo del premier Narendra Modi prevede uno stanziamento di circa 2,6 miliardi di dollari da qui al 2030 per tutte le aziende che apriranno in India impianti manifatturieri che producano celle per batterie. 
Questa misura potrebbe offrire un grosso aiuto ai piani indiani di transizione energetica e climatica. Modi ha infatti posto come obiettivo la soglia dei 500 gigawatt di energia elettrica da fonti rinnovabili entro la fine del decennio. Per garantire un flusso costante, però, una rete che voglia appoggiarsi a rinnovabili come eolico e solare ha bisogno di molta capacità di stoccaggio. Ed è qui che entrano in gioco le batterie. 

La dinamo cinese 
La corsa alle batterie sta prendendo slancio un po’ ovunque, ma l’osservato speciale non può che essere la Cina. Le aziende del gigante asiatico che hanno investito in progetti di stoccaggio di energia sono più che raddoppiate negli ultimi 3 anni, arrivando a sfiorare quota 109mila secondo alcuni dei dati disponibili. 
Pechino sta puntando molto sul settore. I fondi stanziati dal governo per sostenere la transizione energetica fanno decisamente gola alle aziende cinesi: per raggiungere i propri obiettivi entro il 2030, la Cina avrà bisogno di almeno 410 gigawatt di batterie da collegare alla rete elettrica (circa 70 volte la capacità disponibile nel 2021) e la determinazione di Pechino nel sostenere l’industria ha convinto molte società cinesi a scommettere sul settore.  

L’Asia verso la decarbonizzazione 
La transizione energetica è una questione di necessità per l’Asia. Ad oggi, l’aumento dei consumi di elettricità dell’India è tra i più alti al mondo, con ricadute ambientali disastrose. Circa tre quarti dell’energia prodotta nel paese provengono dal carbone, che tra i combustibili fossili è il più inquinante. Percentuali simili riguardano anche la Cina. 
Ma la transizione è anche un affare economico. Secondo uno studio realizzato da Deloitte, la decarbonizzazione dell’economia potrebbe generare fino a 47mila miliardi di dollari nei prossimi cinquant’anni, creando circa 180 milioni di nuovi posti di lavoro. A beneficiare maggiormente di questa opportunità dovrebbero essere proprio Cina e India, ma la corsa è appena cominciata e le batterie sono appena state messe in carica.  

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