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LA GRECIA SEMPRE PIÙ A DESTRA   Lascia e raddoppia  40,6% d | ISPI - Geopolitica

LA GRECIA SEMPRE PIÙ A DESTRA  

Lascia e raddoppia 
40,6% dei voti e 158 seggi su 300. Ieri il Primo Ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, si è aggiudicato la maggioranza assoluta alle elezioni seconde elezioni legislative nel giro di un mese. Il suo partito, Nuova Democrazia (ND) riconferma il centro-destra alla guida del paese
Era stato lo stesso Mitsotakis a sciogliere il Parlamento malgrado la vittoria (ma non assoluta) di maggio, per approfittare dell’entrata in vigore della nuova legge elettorale (che “regala” 50 seggi al primo partito). Non ha aiutato, anche stavolta, la frammentazione dell’opposizione di sinistra, guidata da Syriza, che si è fermata al 18%, perdendo ben 23 seggi, e i socialisti di PASOK, al 12%. A sorprendere è stato però l’exploit dell’estrema destra con Spartani, Soluzione Greca e Niki complessivamente oltre il 12%.  

È l’economia, bellezza? 
Insomma, gli eventi che hanno toccato la Grecia negli ultimi mesi, tra cui il tragico naufragio di una imbarcazione di migranti al largo di Pylos lo scorso 13 giugno, non hanno intaccato la performance di Mitsotakis: in un voto che conferma gli equilibri del primo turno, i greci hanno scelto la stabilità, con l’economia come priorità. Non è un caso che Mitsotakis abbia promesso di far riguadagnare ad Atene lo status di Paese investment grade nel 2023, dopo 12 anni durante i quali il suo debito è stato classificato “spazzatura”
I risultati delle elezioni danno al governo di Atene un mandato “forte” e, ha detto Mitsotakis, “ND è il partito di centrodestra più forte in Europa”. Il premier greco ha annunciato una riforma della pubblica amministrazione e interventi sulla giustizia, sanità e istruzione. Ma se le premesse sono buone, Mitsotakis dovrà dimostrare di saper gestire il mix di forze nel suo parlamento, dai partiti di sinistra in difficoltà, a quelli in crescita alla sua destra.  

Destre europee in marcia 
La vittoria della destra in Grecia si inserisce in un più ampio spostamento a destra del baricentro dell’Unione europea. Lo si è visto nelle elezioni nazionali in Svezia e Finlandia, e in quelle amministrative in Spagna, che potrebbero preannunciare i risultati delle imminenti elezioni legislative di luglio. Poche sorprese attendono le parlamentari polacche di fine anno, mentre in Germania l’estrema destra di AfD vola al 18%. 
Anche la premier Meloni, alla guida di un’Italia solidamente a destra dall’anno scorso, è sempre più attiva in Europa. Solo la settimana scorsa ha incontrato Macron, forse cercando una sponda “moderata” per le elezioni europee del 2024, che si avvicinano rapidamente. Il voto di questo weekend rafforza il vento che porta l’Europa a destra. Continuerà a soffiare da qui a giugno 2024?   

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