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UCRAINA-UE: UNA RICOSTRUZIONE DISCORDANTE? Salva Ukraïni | ISPI - Geopolitica

UCRAINA-UE: UNA RICOSTRUZIONE DISCORDANTE?

Salva Ukraïni
411 miliardi di dollari. A tanto, secondo stime della Banca Mondiale, ammonterebbero i costi totali per la ricostruzione dell’Ucraina. Tema che è al centro della “Ukraine Recovery Conference”, conferenza in programma oggi e domani a Londra con l’obiettivo di convincere investitori pubblici e privati a contribuire allo sforzo e sostenere economicamente Kiev.
Tra i presenti a Londra spiccano Ursula von der Leyen e il Commissario Ue per il commercio, Valdis Dombrovskis. Già, perché la ricostruzione post-invasione è una questione vitale anche per Bruxelles. Ieri, infatti, la Commissione ha proposto di stanziare 50 miliardi di euro per l’Ucraina (di cui 33 in prestiti e 17 a bilancio dei Paesi membri). Non sono certo spiccioli... ma basteranno?

L'Europa batte cassa
Questo piano di aiuti fa parte di una più ampia proposta di revisione del budget 2021-2027, con cui la Commissione ha chiesto un aumento di 100 miliardi di euro, di cui 66 miliardi da maggiori contributi degli Stati membri. Ai 50 miliardi riservati all’Ucraina si aggiungerebbero 19 miliardi per tappare la falla creata dall’aumento dei tassi d’interesse europei, 15 per le politiche migratorie, e 10 che vanno a rabboccare fondi già esistenti (alcuni dei quali in funzione anti-Cina).
Per essere approvata, tuttavia, questa proposta necessita del voto unanime dei Paesi membri entro il 4 dicembre. Si preannunciano quindi mesi di aspre diatribe: tanto per cambiare, in molti non sembrano disposti a mettere mano al portafoglio in un periodo delicato che, peraltro, si affaccia sulle elezioni europee del 2024.

Roulette ucraina
L’Ucraina è la voce meno controversa della revisione di bilancio: eccezion fatta per l’Ungheria, l’Ue sembra infatti voler contribuire alla ricostruzione con compattezza e senza esitazioni. Ma alcuni Stati membri vogliono evitare che gli investimenti post-invasione diventino un alibi per giustificare spese considerate eccessive e non pertinenti. L’impressione è che l'opposizione della Germania, dei Paesi Bassi e degli altri paesi “frugali” non si farà attendere.
In generale, benché l’Unione Europea si candidi a essere uno degli attori protagonisti, la ricostruzione dell’Ucraina non sarà un one man show. Anzi: richiederà una massiccia collaborazione tra enti privati, governi nazionali e organizzazioni internazionali. Più facile a dirsi che a farsi? In effetti, destinare miliardi di euro a un Paese dilaniato da un conflitto di cui non si intravede la fine è un azzardo non da poco. Un rischio che nondimeno potrebbe valere la pena di correre, vista la posta in gioco.

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