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STATI UNITI: LA CAMERA SCOPERCHIA IL TETTO (SUL DEBITO)  L’ | ISPI - Geopolitica

STATI UNITI: LA CAMERA SCOPERCHIA IL TETTO (SUL DEBITO) 

L’accordo bipartisan 
Anche questa volta gli Stati Uniti dovrebbero evitare il default. per un pelo, visto che il tetto sul debito sarà toccato entro pochi giorni. L’accordo raggiunto da Joe Biden e dallo speaker repubblicano Kevin McCarthy, che sospende il limite massimo all’indebitamento fino a inizio 2025, è stato votato alla Camera dei Rappresentanti: 314 a favore (65 democratici e 149 repubblicani), 117 contrari. 
La parola ora passa al Senato, che nei prossimi giorni dovrebbe approvare la misura. Il tempo stringe. Secondo le stime, il 5 giugno il governo federale avrà esaurito i soldi: se entro allora la norma non sarà pronta per la firma di Biden, Washington non avrà più denaro a disposizione per pagare gli stipendi e i servizi pubblici. 
 
Storia di un debito annunciato 
Ma quanto sono in rosso gli Stati Uniti? Oggi il debito del governo federale ammonta a circa 31,4mila miliardi di dollari. Una cifra enorme ed esplosa dopo la pandemia, che, secondo il Fondo Monetario Internazionale, ha ormai sorpassato il PIL: oggi il rapporto tra i due è di circa 115%. 
Sospendendone il tetto, per gli Stati Uniti si prospetta una nuova stagione di aumento del debito. Secondo il Congressional Budget Office, entro il 2032 potrebbe aumentare fino 40,2mila miliardi, seppur rimanendo sul 110% del PIL. Ma alcune proiezioni pessimistiche arrivano a stimare un debito di ben 50,3 mila miliardi entro lo stesso anno. 
  
Una vittoria di chi?  
McCarthy, che guida la maggioranza repubblicana alla Camera, ha presentato l’accordo come un “piccolo passo che ci mette sulla giusta strada”. Come contropartita, i repubblicani sono riusciti a ottenere alcuni tagli e limiti alla spesa pubblica (tranne che per il budget militare). Misure care al partito, ma probabilmente non abbastanza coraggiose per l’ala più radicale, che infatti si è rifiutata di sostenere la proposta. 
Ironia della sorte, nonostante la maggioranza repubblicana nella Camera, i votanti a favore erano in gran parte democratici. McCarthy è riuscito così ad assemblare un gruppocentrista per sconfiggere i compagni di partito alla sua destra (71 repubblicani hanno votato contro). Ma in vista delle primarie, si continua a dibattere ardentemente l’accordo, con Donald Trump che ha dichiarato che piuttosto avrebbe lasciato andare il paese in default. Mentre il resto del mondo, preoccupato, non può che restare a guardare. 

La guerra in Ucraina rilancia la ‘voglia di Occidente’: oggi i leader della Comunità politica europea si sono così riuniti in Moldavia. Ne parliamo nell’ISPI Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/en/publication/summit-di-chisinau-leuropa-tra-sicurezza-e-allargamento-130351