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USA VS WAGNER: SANZIONI IN CORSO Sanzioni su sanzioni | ISPI - Geopolitica

USA VS WAGNER: SANZIONI IN CORSO

Sanzioni su sanzioni
Continuano le sanzioni da parte di Washington nei confronti del gruppo Wagner, l’organizzazione paramilitare russa legata a doppio filo alle operazioni di politica estera del Cremlino. Ieri, il ministero del Tesoro statunitense ne ha emesse nei confronti di Ivan Maslov, personalità chiave dei paramilitari russi e di fatto capo operativo delle sue attività in Mali. Il gruppo è infatti attivo nel paese dal 2021, affiancando le Forze armate maliane (FAMA) nelle attività di controinsorgenza dopo la rottura tra Bamako e Parigi.
Ma le sue operazioni sul campo hanno un bilancio pesante, con accuse di violenze e violazione dei diritti umani a danno della popolazione civile. Come nel caso del massacro di Moura nel marzo 2022: secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, nella città maliana sarebbero state uccise più di 500 persone per mano delle FAMA e di “personale militare straniero”. Proprio per questo episodio, sono caduti nel mirino delle sanzioni anche due ufficiali maliani.

Cattive influenze
Nel continente africano, il braccio armato del Cremlino svolge operazioni di vario genere: supporto militare, campagne di disinformazione, estrazione illegale di pietre e metalli preziosi, traffico di armi. Proprio il presunto spostamento illecito di equipaggiamento e munizioni dal Mali all’Ucraina avrebbe convinto Washington a sottoporre Maslov a sanzioni.
Secondo il comunicato stampa della Casa Bianca, la presenza di Wagner in Africa sarebbe “una forza destabilizzante per qualsiasi paese che permetta il dispiegamento delle risorse del gruppo nel proprio territorio sovrano”. Sempre ieri, gli Stati Uniti hanno accusato il gruppo paramilitare di aver fornito missili terra-aria alle Rapid Support Forces di “Hemedti” Mohammed Hamdan Dagalo, una delle due parti del conflitto in Sudan, contribuendo così all’escalation di violenza nel Paese.

Non dire Wagner se non ce l’hai nel sacco
Già a marzo, gli USA avevano designato il gruppo “organizzazione transnazionale criminale” e imposto sanzioni ai suoi vertici, Yevgeny Prigozhin e Dmitriy Utkin. Le misure finora annunciate bersagliano enti ed individui riconducibili all’organizzazione. Ed è il caso dello stesso Maslov. Quest'ultimo non potrà più detenere asset e proprietà negli States, ma non è chiaro se e come queste sanzioni possano effettivamente ostacolare le attività dei paramilitari in Africa. Insomma, un’arma spuntata per gli sforzi dell’amministrazione Biden di contrastare Wagner.
Nel frattempo, dopo averne ultimato la conquista, Prigozhin ha dichiarato che i suoi mercenari lasceranno il controllo della città di Bakhmut all’esercito regolare russo entro il 1° giugno. Che il parziale ritiro dal Donbass preannunci un maggiore attivismo in Africa nel futuro?

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