DEBITO USA: TROPPI SOTTO UN TETTO Tik, tok, tik, tok... | ISPI - Geopolitica
DEBITO USA: TROPPI SOTTO UN TETTO
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Che lo stallo ci sarebbe stato, nessuno lo dubitava. Anche se alla fine è stato più ‘morbido’ di quanto molti temessero. Nella giornata di ieri, il presidente statunitense Joe Biden ha incontrato i membri del Congresso per discutere il nuovo debt ceiling, il tetto sul debito contratto dal governo federale imposto per legge. Attualmente il limite massimo prefissato è di $31,4 miliardi di dollari, una cifra record, ma che il governo di Washington è ormai sicuro di oltrepassare. E il tempo stringe: rimangono solo tre settimane prima che la Casa Bianca debba dichiarare default il primo giugno.
Insomma, serve un accordo sull’innalzamento del tetto del debito. Ieri, Biden e lo speaker repubblicano della Camera, Kevin McCarthy, hanno parlato per circa un’ora nello Studio ovale. Al momento, fumata nera. Ma i team delle due parti continuano a lavorare alla ricerca di un compromesso in vista di un nuovo incontro venerdì.
Braccio di ferro
Tra le due parti è in corso un gioco di nervi. I repubblicani usano il rischio del default parziale come leva negoziale per le proprie richieste: hanno una lieve maggioranza alla Camera, e vogliono un taglio della spesa pubblica. Biden promette di prenderlo in considerazione, ma McCarthy non si è detto soddisfatto. “Non ho visto nessun nuovo cambio di posizione” ha detto ai giornalisti dopo l’incontro.
Insomma, i repubblicani puntano a mettere il presidente alle strette. Nel momento in cui il tetto venisse superato, il Dipartimento del tesoro sarebbe impossibilitato a prendere in prestito nuovi fondi per finanziare tutti i servizi pubblici. Ma, nel clima di estrema polarizzazione che oggi attraversa la politica statunitense, ogni arma è lecita.
Non è la fine del mondo, o forse sì?
Lo sforamento del livello massimo di debito non è un’eventualità così improbabile. Così come non lo è la modifica del debt ceiling. Dal 1960 ad oggi il tetto è stato innalzato, spostato o rivisto ben 78 volte. Tutti infatti si aspettano, nonostante il braccio di ferro tra i due schieramenti, che un accordo possa essere raggiunto e che anche questa volta gli Stati Uniti non finiscano in default.
Per Biden sarebbe un problema non indifferente, perché nel 2011 le tensioni tra i partiti su questo tema portarono a uno storico abbassamento del rating sul debito Usa e a un’impennata degli interessi. Uno scenario che i democratici vorrebbero scongiurare.
La chiusura parziale dei servizi sarebbe un enorme danno auto-inflitto. In assenza di fondi, il governo non potrebbe più spendere per gli stipendi dei funzionari, il ripagamento del debito, i sussidi statali, le pensioni. Con conseguenze sociali ed economiche gravissime. E altrettante conseguenze politiche: sarà il debito a decidere le elezioni del 2024 che ormai si intravvedono all’orizzonte?
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