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BRICS: BENVENUTI AL SUD Pivot to Africa “Alcuni paesi pensa | ISPI - Geopolitica

BRICS: BENVENUTI AL SUD

Pivot to Africa
“Alcuni paesi pensano che la colpa della crisi dei prezzi sia delle sanzioni imposte dal G7. Ma la colpa è dell’invasione russa dell’Ucraina”. Lo ha detto ieri Fumio Kishida, Primo ministro giapponese, a conclusione di un viaggio in Africa che ha toccato quattro paesi (Egitto, Ghana, Kenya, Mozambico). E che abbia scelto di spiegarlo è indice di quanto il sud del mondo si fidi sempre meno di ciò che dice l’Occidente, anche quando questo corrisponde a realtà.
Adesso, mentre Kishida torna a Tokyo, a imbarcarsi in un tour africano è il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ieri in Etiopia e oggi in Kenya. È una corsa al “Global South”?

West vs “Rest”?
Forse sì, anche perché avviene a due settimane dall’inizio del G7 giapponese di quest’anno. Ma anche a cinque settimane dal momento in cui i Ministri degli esteri dei BRICS dovranno iniziare a valutare seriamente l’ingresso di altri membri all'interno dell’organizzazione.
Dal 2010 al vertice BRICS partecipano cinque paesi: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Negli ultimi dodici mesi, però, al Summit hanno fatto richiesta d’ingresso formale 13 paesi del “Sud globale”, mentre altri 6 avrebbero espresso il proprio interessamento. In caso di ingresso collettivo si tratterebbe del primo grande allargamento dall’esistenza del Summit, nel 2009.
Allora il Summit si tenne in Russia. Ma è stata la Cina, l’anno scorso, a proporre di aprire il forum ad altri Paesi. Un silenzioso passaggio di testimone che nasconde tensioni e differenze tra i membri.

BRICS vs BRICS?
Sulla possibile apertura del vertice a paesi del “Global South” aleggiano visioni contrapposte dei cinque membri attuali. Già, perché la Cina oggi ha un PIL che è più che doppio del PIL combinato degli altri 4 Paesi membri. Questi ultimi temono che l’aggiunta di altri “piccoli” possa diluirne la voce in un forum in cui l’influenza esercitata da Pechino sia sempre più visibile.
Timori non del tutto infondati, ma resta anche da vedere se il summit si darà mai una struttura decisionale, oggi assente, e quale sarà: una testa un voto, o voto in base al “peso” (economico?) di ciascun Paese. E resta da vedere anche quali siano le reali ambizioni di un eventuale “BRICS +13”, se mai verrà: sostituirsi al G20 (ma passando da un forum che vale l’80% del PIL mondiale a uno che ne vale il 32%) o coordinarsi in vista dei vertici?
Chi vivrà, vedrà.

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