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UCRAINA-EST EUROPA: L’ALLEANZA VACILLA? Il blocco del Bloc | ISPI - Geopolitica

UCRAINA-EST EUROPA: L’ALLEANZA VACILLA?

Il blocco del Blocco 
A Bruxelles si fatica a trovare un accordo per estendere di un altro anno l’accesso senza dazi dei beni ucraini ai mercati europei. Concesse lo scorso giugno per sostenere Kiev e la sua martoriata economia, le agevolazioni hanno aperto il mercato unico ad un’ampia gamma di prodotti agricoli ucraini. Ma la strenua opposizione di tre paesi Visegrad, ovvero Polonia, Slovacchia e Ungheria, e della Bulgaria potrebbe vanificare il compromesso trovato ieri a livello di Parlamento europeo. 
Il motivo è semplice: l’arrivo di milioni di tonnellate di cereali ucraini in Europa orientale ha depresso i prezzi dei prodotti agricoli e irritato i coltivatori locali. Per contenere il malumore, nelle ultime settimane Polonia, Ungheria, Slovacchia e Bulgaria hanno quindi imposto limiti alle importazioni dall’Ucraina. Divieti unilaterali che, seppur in netta contrapposizione con le norme che regolano il mercato unico, sono visti di buon occhio anche da altri paesi (come la Romania), che chiedono di estendere le restrizioni a tutta l’Ue. 
Riusciranno i governi a trovare una quadra prima del raccolto? 

AAA acquirente cercasi 
Malgrado la crisi alimentare causata dall’invasione, il grano ucraino rimane bloccato in Europa centrale. Il problema, più che di mercato, è soprattutto logistico. È infatti la mancanza di infrastrutture a bloccare l’eccedenza di grano (che solo in Polonia supera le 4 milioni di tonnellate) e a impedirle di raggiungere le consuete rotte commerciali (che fino al 2021 attraversavano il Mar Nero) prima del prossimo raccolto. 
Per evitare che i cereali ucraini rimangano bloccati in Europa, la Commissione ha proposto delle “misure preventive” (come sostegno logistico per il costoso trasporto dei cereali verso paesi terzi) e stanziato circa 100 milioni di euro in aiuto degli agricoltori dei paesi in difficoltà. Ma per ora il blocco di paesi dell’Europa centrale (che pure include diversi dei paesi che già oggi più beneficiano dei sussidi Ue all’agricoltura inclusi nella PAC) non sembra intenzionato a cedere. 

Doppio fronte? 
In fondo, l’economia ucraina sta resistendo meglio del previsto. L’inflazione annua è persino al di sotto di quella di alcuni paesi europei (+21%, vs il +25% dell’Ungheria). E nel 2023 il Pil potrebbe addirittura tornare a crescere
Certo si tratta solo di una stabilizzazione, forse temporanea, che segue il crollo del 30% del Pil dello scorso anno e che poggia sul fondamentale sostegno degli alleati. Pari quasi a un terzo del Pil, i finanziamenti esteri permettono a Kiev di continuare a importare prodotti dall’estero mentre le risorse nazionali sono largamente destinate alla difesa. 
Insomma, ancora piena economia di guerra. L’importante per Kiev è che, con l’avvicinarsi della controffensiva di primavera, a questa guerra con Mosca adesso non si assommino anche scaramucce con paesi che fino a ieri erano stati i suoi più grandi alleati
 
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