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UE: RIFORME A TEMPO DEBITO Un colpo al cerchio... Ieri Paol | ISPI - Geopolitica

UE: RIFORME A TEMPO DEBITO

Un colpo al cerchio...
Ieri Paolo Gentiloni, Commissario UE per l'Economia, ha finalmente annunciato la proposta di riforma del Patto di stabilità e crescita. Le regole del Patto sono sospese da marzo 2020, causa pandemia invasione dell’Ucraina. Una boccata d’ossigeno (per fare debito pubblico), ma anche un’occasione unica per ripensarle in vista del loro ripristino a gennaio 2024.
A leggere la proposta, le soglie di debito e deficit pubblico (rispettivamente non oltre il 60% e il 3% del PIL) dovrebbero restare invariate. A cambiare potrebbero essere invece le modalità di “rientro”, più graduali.
Si cerca insomma di far tesoro dell’esperienza del passato: via i draconiani tagli di bilancio, che nel 2011-2014 avevano condannato i Paesi a cicli di austerità e recessione, sostituiti da percorsi ad hoc per ogni Paese negoziati direttamente con la Commissione. Una flessibilità che è però poco gradita a Berlino, che vorrebbe regole più chiare e prevedibili.
Riusciranno i 27 a trovare un accordo prima della fine della legislatura?

… e uno alla botte
Per accomodare le richieste tedesche la Commissione ha aggiunto delle clausole di salvaguardia: la spesa pubblica non potrà crescere più del PIL potenziale di ciascun Paese, e ogni governo il cui debito “sfori” il 60% dovrà comunque fare un aggiustamento minimo annuo dello 0,5% del PIL. Regole che stanno già irritando i Paesi più indebitati, come l’Italia, che vorrebbe avere maggiori margini di manovra per “investimenti produttivi” (qualsiasi essi siano).
Capire poi quanto aggiustamento del debito si debba fare in base al PIL potenziale richiede l’uso di modelli complessi, il che espone la Commissione a un processo gravido di errori e in cui è difficile prevedere l’andamento di variabili cruciali. Tra queste l’inflazione, che riduce il valore reale del debito, ma anche le strette monetarie che, al contrario, ne aumentano il costo.

Un bilancio positivo?
Insomma, a seconda di come si applichino le nuove regole, l’Italia dovrà ridurre il valore reale del suo debito di €8-15 miliardi l’anno. Numeri che, sebbene solo ipotetici (nella pratica il piano verrebbe negoziato direttamente con la Commissione), porterebbero a una riduzione del debito annuo dello 0,5%-0,9% del PIL. Un netto miglioramento per Roma rispetto al 5% l’anno previsto delle vecchie regole – talmente onerose da non essere mai state rispettate.
Al tempo stesso, però, stavolta l'Italia non potrebbe più contare sulla “flessibilità” concessa dalla Commissione in passato (oltre 30 miliardi di euro tra 2014 e 2019). Così nella pratica le regole del nuovo Patto potrebbero impedire al governo italiano di riformare pensioni e Irpef, salvo riduzioni significative di altri capitoli di spesa.
Le regole di bilancio europee stanno per tornare. L’Italia è pronta?

In Sudan a mezzanotte scade il cessate-il-fuoco accordato tra esercito e paramilitari e si teme non venga rinnovato, mentre la situazione umanitaria si fa sempre più drammatica. Ne parliamo nell’ISPI Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/sudan-una-tregua-fragile-126834