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CINA: RIPARTENZA AD OSTACOLI Oltre le aspettative +4,5%. Qu | ISPI - Geopolitica

CINA: RIPARTENZA AD OSTACOLI

Oltre le aspettative
+4,5%. Questa è la crescita del Pil cinese nel primo trimestre del 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022. Un risultato oltre le attese degli economisti (4%) che testimonia il rimbalzo dell’economia dopo la fine, a dicembre, della politica “zero Covid” e l’ondata pandemica che ne è seguita.
A spingere la ripresa sono stati soprattutto i consumi che segnano un +10,6% a marzo su base annua: il più grande aumento in due anni gonfiato però dal fatto che a marzo 2022 iniziava il lockdown di Shangai. Gli altri motori della crescita sono rappresentati dagli investimenti pubblici in infrastrutture (+8,8% annuo) e dal primo aumento in sei mesi delle esportazioni (+14,8%) complice il recupero degli ordini non evasi dai fornitori nei mesi pandemici.
Ma non è tutto oro quello che luccica.

Generazione mille yuan
Altri dati macro suggeriscono un quadro in chiaroscuro per la seconda maggiore economia mondiale. A partire dagli investimenti privati, la cui crescita debole a marzo (+0,6% vs 0,8 dei due mesi precedenti) segnala una certa cautela tra gli imprenditori cinesi sulle prospettive economiche a lungo termine.
Anche perché il settore immobiliare continua a essere in crisi profonda come testimonia il calo (-5,8%) degli investimenti in immobili nel primo trimestre. Parallelamente, il tasso di disoccupazione giovanile, al 19,6%, è aumentato per il terzo mese di fila, tornando vicino ai massimi dello scorso luglio (19,9%). Non ci sono solo sfide interne. Il ban di USA, Giappone e Paesi Bassi all’export verso Pechino di semiconduttori si sta facendo sentire sulle aziende cinesi del settore: -21% di produzione annua.
Nonostante tutto, il target di crescita del Pil sarà raggiunto.

Il Dragone in trappola?
Nel 2022 la crescita economica cinese è stata la più bassa dalla metà degli anni Settanta (se si esclude il 2020). Per il 2023 il governo cinese si è prefissato un target del 5% ma secondo Goldman Sachs potrà superare il 6% alla luce dei dati di questo trimestre. La vera sfida per Pechino è però sostenere un tale ritmo di crescita nei prossimi cinque anni in cui, stando alle ultime proiezioni del Fondo Monetario Internazionale, il Pil cinese aumenterà mediamente di meno del 4%, complice il calo demografico in atto.
Non vuol dire però che il peso di Pechino nell’economia mondiale vada ridimensionandosi. Anzi. Dall’inizio della guerra in Ucraina, la quota di mercato dello yuan su totale dei pagamenti internazionali è raddoppiata: dal 2 al 4,5%, non lontano dal 6% dell’euro.
Riuscirà Pechino a evitare la trappola del reddito medio?

Putin oggi ha visitato visita a Kherson e Luhansk. L’Europa, intanto, è alle prese con la disputa sul grano e l’allargamento dell’asse Russia-Cina. A che punto è il conflitto? Ne parliamo nell’ISPI Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/ucraina-russia-visita-a-sorpresa-126062