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UE-UCRAINA: LA GRANA DEL GRANO La stretta degli alleati Sa | ISPI - Geopolitica

UE-UCRAINA: LA GRANA DEL GRANO

La stretta degli alleati
Sabato il governo polacco ha annunciato lo stop alle importazioni di grano dall’Ucraina. Nonostante il fondamentale sostegno di Varsavia nei confronti di Kiev fin dall’inizio del conflitto (tra fornitura di armi, accoglienza dei profughi, coordinamento logistico-strategico e sostegno diplomatico), l’arrivo di milioni di tonnellate di cereali ucraini ha depresso i loro prezzi, e questo irrita da tempo gli agricoltori polacchi.
A causare questo malumore sono le cosiddette solidarity lanes per il trasporto di prodotti da e verso l’Ucraina all’Europa. Essenziali per dare una boccata d’ossigeno alla fragile economia ucraina (soprattutto di fronte all’instabilità della rotta del Mar Nero, attraverso i Dardanelli) queste ultime hanno però aperto le porte del mercato unico a ingenti carichi di cereali scontati.
Così il governo di Varsavia vacilla.

Il troppo stroppia
L’arrivo dei cereali ucraini in Est Europa ha avuto conseguenze in diversi Paesi: in Romania e in Bulgaria ha fatto crollare il prezzo del grano e dei semi di girasole, costringendo i contadini locali ad ammassare i raccolti nei silos, quando non a lasciar marcire il grano nei campi. Mentre in Polonia a risentirne è anche il mercato avicolo, con le importazioni di pollo ucraino cresciute dell’80% nell’ultimo anno.
Insomma, quella che era stata pensata come una misura per sostenere l’Ucraina e per scongiurare una crisi alimentare globale si sta rivelando un grattacapo per l’Europa, che a marzo 2023 ha importato un quantitativo di grano ucraino 10 volte maggiore a quello dello scorso anno senza riuscire a riesportarne molto verso il resto del mondo. Un eccesso che, quantomeno, sempre a marzo aveva contribuito a far scendere l’indice FAO dei prezzi dei prodotti alimentari ai livelli più bassi dall’inizio della guerra (da 156 a 122 punti – pur sempre il livello più alto dal 2011).

Seminare zizzania
La Polonia non è la sola a vietare il trasporto di grano ucraino: sulla scia di Varsavia, anche l’Ungheria di Viktor Orbán ha immediatamente annunciato lo stop alle importazioni. E non finisce qui. L’effetto domino interesserebbe poi la Bulgaria, dove si starebbe valutando l’introduzione di restrizioni simili.
Azioni e intenzioni che non fanno piacere a Bruxelles, che ha ribadito che la politica commerciale è competenza esclusiva dell’Ue, e che azioni unilaterali come quelle di Polonia e Ungheria “non sono accettabili”. Se la crisi di un anno fa derivava dall’impossibilità dell’Ucraina di esportare il proprio grano, oggi è la sua abbondanza (unita al fatto che quel grano sia bloccato in Europa) a generare i peggiori grattacapi.
Con la consapevolezza che, per “uscirne”, l’unica strada sarà trovare modi di far uscire quell’eccesso di cereali dall’Europa.

In Sudan la rivalità tra il presidente e il suo vice all’origine degli scontri che rischiano di sfociare in una guerra civile. Ne parliamo nell’ISPI Daily Focus di oggi: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/sudan-guerra-tra-signori-della-guerra-126001