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'LUCA, SBAGLI A FARE IL CAMMINO COSÌ' Questa è una delle recri | INZAION di Luca Nali

"LUCA, SBAGLI A FARE IL CAMMINO COSÌ"
Questa è una delle recriminazioni che talvolta ricevo (per fortuna sono davvero sporadiche) tuttavia mi si rinfaccia il marchio della maglietta, il numero di reel che faccio (non sanno che per fare uno di questi video brevi impiego pochi secondi.) Mi si dice che faccio male a riprendere le scie chimiche (anche se ho spiegato che non sono stato io a farle) oppure che dovrei stare in religiosa contemplazione per non perdere il vero potere del cammino di Santiago... adesso state con me che vi devo dire un paio di cose.

L'esperienza come questa del cammino è un vissuto che si sperimenta interiormente e di conseguenze dobbiamo toccare la propria attitudine più vera e per questo dobbiamo "viverci". Quando una persona è all'interno di un contesto comportamentale ideale vuol dire che sta seguendo un dettame e di conseguenza non è se stessa, semmai è alla ricerca di un consenso determinato da chi gli ha detto di seguire il "buon atteggiamento".
Lo capiamo o no che la nostra schiavitù dipende dal fatto che viviamo all'interno di costrutti in cui viene garantito un atteggiamento e di conseguenza delle risposte preconfezionate in perfetta aspettativa di chi ha realizzato quel recinto mentale.

La nostra esperienza di vita non deve essere apprezzata dagli altri, deve essere vera. Con questo non voglio assolutamente dire che è il caso di prendersi libertà tali da offendere la sensibilità di altri. Anche perché vige il principio che la mia libertà finisce dove inizia la tua. Ma è determinante comprendere che quando si sperimenta la vita dobbiamo essere originali, noi stessi insomma.
Nella mia posizione, per esempio, osservo che ricevo moltissimo apprezzamenti, e di questo ne sono davvero grato, talvolta invece qualche frecciatina gratuita che ha la sola utilità di prendersi uno spazio della mia attività in cui, secondo le loro aspettative, dovrei glissare per non perdere "il seguace". Si tratta di una piccola rivalsa che la persona non risolta si concede assicurandosi quindi nella condizione di minions naturale.

Tra i miei disegni che ho fatto per la mia vita e cui il destino (per brevità lo chiamo così) sembra assecondare, c'è il fatto di essere un uomo che per prima cosa ha garantito la sua libertà e di conseguenza la ragione più vera per non essere costretto di piacere a tutti così da premurarsi una prosperità economica (perché, sincerità per sincerità ognuno di noi mira a quello) avere una condizione di sostentamento senza contorcere le proprie caratteristiche o peculiarità.

Per questo, vi rivelo un segreto, è necessario occuparsi degli altri.
Quando ero buddista mi colpì una frase di Nichiren Dai Shonin che recitava così: " se accendi una lanterna per il tuo cammino illuminerai anche quello delle persone che ti seguono". Questo mi ha spinto, e francamente anche per la mi attitudine, a garantirmi un futuro pensando e donando agli altri. Sapendo che siamo in un universo che può darti tutto a condizione che tu non te ne appropri. Vuol dire, e qui ci Vine in aiuto l'immenso Seneca. "io ho tutto quello che ho dato". Se dai una cosa è tua.
Così ricordo che l'inganno del diritto romano che ci ha dato l'illusione di possedere in realtà è stato un modo per limitarci.

Le persone aride hanno criticato il mio modo di manifestare i benefici del "dare" alla luce di quello che ho detto sopra. Ma lo hanno fatto per una loro invidia, per una loro incapacità di riuscirvi. La loro vigliaccheria li ha costretti a rifarsi a modelli comportamentali di sistema, per esempio. "il bene si fa ma non si dice" così da assicurarsi nel "girone dei giusti" e di conseguenza la legittimazione a giudicare. Mentre un analisi anche approssimata, delle loro vite mi dimostrano quanto la loro condizione sia vicina alla loro spasmodica necessità di biasimare quella degli altri.

Ogni persona vive il suo percorso che serve per conoscere se stesso in relazione alla propria esperienza di vita. Non ci sono modelli, non ci sono dettami, l'unica cosa che conta siamo noi stessi.