2023-06-22 09:22:06
NON PUOI IMMAGINARE QUANTO VALGA LA SOFFERENZA.
LO CAPIRAI SOLO IN CIELO.
Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi.
( RM 8,18)
Una delle più grandi tragedie del mondo è il dolore sprecato.
Il dolore senza una relazione con la Croce è come un assegno non firmato e senza valore.
Ma una volta che lo abbiamo controfirmato con la Firma del Salvatore sulla Croce, assume un valore infinito.
(Venerabile Fulton J. Sheen)
Padre Pio a imitazione di Gesù prendeva su di sé le sofferenze dei fratelli .....e diceva:
«Non credere che io ami la sofferenza per se stessa»,
«L'amo e la chiedo a Gesù per i frutti che produce:
dà gloria a Dio, salva le anime, libera quelle del Purgatorio. E che posso volere di più?».
Questa voluttà incontenibile lo spingeva a dire:
«Signore, da' a me tutte le tristezze e i dolori dei miei fratelli con un timore puro: quello di essere egoista riserbando per me la parte migliore, il dolore...».
«Bisogna soffrire quello che il Signore ci manda
perché è nel dolore che si tempra l’amore. La penitenza che più piace ed è accetta a Dio è il dolore dei propri peccati, il portare con dolce rassegnazione la propria croce».
( PADRE Pio)
Tenerissimo l'episodio che ebbe per protagonista il suo confessore, padre Agostino da San Marco in Lamis, che un giorno si lamentò per un dolore che l'affliggeva al ginocchio.
Padre Pio lo consolò dicendo: «Coraggio, vedrà che le passerà».
Poco dopo, padre Eusebio Notte si accorse che il Padre zoppicava vistosamente, mentre poco prima camminava spedito.
Ricorda padre Eusebio: «Arrivati in cella, lo dovetti prendere quasi di peso per aiutarlo a sedere in poltrona.
Ma, mentre facevo questa operazione, mi venne un'idea: che il Padre non si fosse addossato il male al ginocchio di padre Agostino? Corro da quest'ultimo e gli chiedo: "Come si sente?". Ed egli, sorridendo: "Ma lo sai che mi sento bene e il dolore è sparito?".
Aggiungo io: "Si capisce, se l'è preso Padre Pio!"».
Il suo intervento era anche "a distanza", come afferma padre Carmelo da San Giovanni in Galdo:
«Per qualche caso speciale, specie di malattia o grave infermità, gli chiedevamo un particolare interessamento; egli allora ci diceva di rispondere all'ammalato: "Fate sapere che io non mi risparmio per lui". E con questa frase voleva significare che, oltre alla preghiera, accettava di soffrire per la persona interessata».
Se tu fossi più generoso con Dio e offrissi tutte le tue sofferenze e le malattie per la salvezza della tua famiglia, forse Dio avrebbe potuto salvare da tanti anni qualche tuo antenato o qualche familiare vivente che si trova su una cattiva strada.
La preghiera oltrepassa le frontiere del tempo e dello spazio.
Prega per i tuoi antenati e parenti, presenti e futuri. Hai ragioni più che sufficienti per offrire tutto quello che soffri.
Quanti potranno essere salvati dalla tua generosità!
Ma quanti potranno pure dannarsi per loro colpa, ma anche perché non hanno avuto parenti generosi che li raccomandassero a Dio!
Offri il tuo dolore a Dio e
lui benedirà te e la tua famiglia.
Non puoi immaginare quanto valga la sofferenza offerta con
amore. Lo capirai solo in cielo.
Lì incontrerai migliaia e migliaia di figli spirituali che hai salvato con il tuo dolore amoroso e con il tuo dolore sofferente.
Quanto soffri molto, celebra la tua messa personale e dì come il sacerdote: «Questo è il mio corpo, che sarà offerto per
voi».
Sì, offri questo tuo corpo e consegnalo a Gesù affinché, in unione con lui, tu possa offrire le tue sofferenze al Padre per la salvezza del mondo.
Così la tua vita sarà una messa permanente, in unione con Gesù.
PADRE ANGEL PENA dal libro AL Di LA' DELLA SOFFERENZA
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