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DOPO L’UCRAINA: LE RELAZIONI SINO-RUSSE VISTE DALL’ASIA CENTRA | Libertà e democrazia

DOPO L’UCRAINA: LE RELAZIONI SINO-RUSSE VISTE DALL’ASIA CENTRALE

Da Washington a Canberra, da Tokyo a Delhi, nelle stanze dove si fa la politica internazionale, le conversazioni sul futuro dell’Asia finiscono quasi immancabilmente sulle dispute che coinvolgono l’Indo-Pacifico, l’insieme dei Paesi affacciati sull’oceano nella porzione di globo che va dall’India agli Stati Uniti.

Quasi mai, invece, si parla dell’Asia centrale, la sua controparte continentale. Quando, durante il suo mandato come segretario di Stato, Condoleezza Rice suggerì la necessità di «rendere l’Asia centrale nuovamente asiatica», fu l’ammissione che la politica estera statunitense non considerava la regione come una parte del continente.

Per anni era stata poco più che un’appendice, prima sovietica e poi russa. Neanche l’indipendenza dall’URSS, ottenuta dai Paesi dell’area nel 1991, era riuscita a sovvertire questa logica: gli stretti legami con Mosca bastavano perché gli Stati dell’Asia centrale fossero ancora annoverati, almeno nel policy-making occidentale, nello spazio di influenza russo.

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