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Questa notizia, ovviamente, è stata immediatamente interpretat | Giorgio Bianchi Photojournalist

Questa notizia, ovviamente, è stata immediatamente interpretata come un ulteriore segno che la campagna di mobilitazione, nonostante i criteri per essere definiti abili siano stati notevolmente ampliati, non stia dando i frutti sperati. Nei giorni scorsi anche sulla stampa occidentale se ne è molto parlato, con accenti a volte tragici come in questo articolo dell'Economist (https://www.economist.com/europe/2024/05/29/ukraines-desperate-draft-dodgers-drown-in-the-river-of-death), che titola "I disperati renitenti alla leva ucraini annegano nel fiume della morte. Migliaia di ucraini in età di leva rischiano la vita nuotando in acque infide". Le acque infide in questione sono quelle del Tibisco, che segna a nord il confine con la Romania, dove effettivamente varie persone sono annegate o sono state bloccate dalle guardie di frontiera mentre cercavano di passare: sempre ieri Ihor Mosiychuk, giornalista e personalità legata all'estrema destra ucraina, ha detto che le autorità starebbero pensando di minare la riva del fiume, cosa che mi pare piuttosto improbabile.
In realtà, nonostante i video di gente che fa a botte coi reclutatori e che a volte riesce a scamparla, la mobilitazione sta tutto sommato raggiungendo gli obiettivi. Il numero di persone denunciate per essersi sottratte è in totale di 11.000 dall'inizio del conflitto, e l'idea che ci sia una resistenza di massa non è corretta. Per sottrarsi efficacemente alla mobilitazione (a meno di non essere figli di qualche oligarca) è necessario essere molto determinati, avere una certa disponibilità economica e poter contare su una rete di collaboratori che ti nasconda e ti faccia passare il confine. Nascondersi senza lasciare il paese è possibile solo se non si ha un conto in banca o delle proprietà, se si abbandonano completamente telefono e social e, ovviamente, se non si ha bisogno di lavorare (o se si sia disposti a lavorare in maniera totalmente sommersa). In tutti gli altri casi ci si può opporre, a parole o con le mani, ma c'è ben poco da fare se non si riesce a ottenere una qualche esenzione, i criteri per ottenere le quali sono stati drasticamente ridotti. Anche le categorie professionali finora protette, come ad esempio i lavoratori dei trasporti, cominciano ad essere interessate.
Questo significa quindi che, nel giro di alcuni mesi, l'Ucraina potrà contare su un rinforzo significativo, quantomeno dal punto di vista numerico. La qualità di queste truppe sarà, ovviamente, tutta da dimostrare; visto che si tratta di personale non di prima scelta, che per di più sosterrà un corso di addestramento ridotto, è verosimile che non sarà altissima ma potrebbe comunque servire, soprattutto se la strategia ucraina è quella di difendere a oltranza senza tentare più controffensive. Il problema maggiore, però, sarà per la struttura economica del paese: tra mobilitati ed emigrati, secondo i calcoli di Bloomberg (https://www.bloomberg.com/news/articles/2024-06-01/ukraine-s-shortage-of-manpower-is-hitting-its-wartime-industry?embedded-checkout=true) manca un quarto della forza lavoro necessaria, cosa che ha conseguenze anche sull'industria bellica. Che poi è uno dei motivi, e probabilmente quello principale al di là dei calcoli di convenienza politica, per cui in Russia non si vuole procedere a una mobilitazione più corposa, avendo anche la Russia un problema di scarsità di manodopera.