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Alluvione a Dubai provocata dall’uomo? Come funziona il «cloud | Giorgio Bianchi Photojournalist

Alluvione a Dubai provocata dall’uomo? Come funziona il «cloud seeding».

Il Centro nazionale di meteorologia di Dubai ha dichiarato di aver «seminato» le nuvole dal 14 al 15 aprile.

Oltre 140 millimetri di pioggia caduti in 24 ore in un’area che mediamente ne riceve 95 millimetri in un anno. Il violento nubifragio che si è abbattuto su Dubai il 16 aprile ha lasciato esterrefatti i meteorologi. Strade inondate, auto spazzate via, uno dei più trafficati aeroporti del mondo costretto a chiudere per mezz’ora, residenti bloccati nelle case e negli uffici.

Si è trattato davvero di un fenomeno estremo e gli esperti si interrogano sulle cause. Il dibattito si sta concentrando su un’attività che gli Emirati Arabi Uniti (e non solo) utilizzano da tempo: il «cloud seeding», letteralmente «inseminazione delle nuvole».

Che cos’è il cloud seeding
L’inseminazione avviene attraverso l’utilizzo di aerei che iniettano nelle nuvole particelle di sale o di ioduro d’argento, in modo da formare cristalli di ghiaccio che si condensano in pioggia o neve, a seconda dell’altitudine. Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, in condizioni ottimali, la semina può aumentare le precipitazioni di una singola nuvola fino al 20 per cento.

Le forti piogge a Dubai sono dovute alla semina delle nuvole?
Gli Emirati Arabi Uniti utilizzano la semina almeno dal 2002 per affrontare i problemi di siccità. Il Centro nazionale di meteorologia dell’emirato, secondo quanto riferisce l’agenzia Bloomberg, ha dichiarato di aver seminato le nuvole il 14 e 15 aprile, ma non il 16 aprile, il giorno dell’alluvione. Il centro meteorologico non ha confermato l’informazione ad altri media. Se questa tecnica è stata utilizzata alla vigilia del nubifragio, meno chiaro è in quale misura abbia contribuito alla quantità inedita di pioggia caduta sull’hub finanziario e commerciale del Golfo.

Quanto è efficace la semina delle nuvole?
L’inseminazione delle nuvole non funziona dal nulla: le sostanze chimiche devono essere iniettate nelle nuvole esistenti. Si è dimostrata efficace quando si rivolge alle nuvole pluviali nelle aree montuose - in altre parole, quando mira ad aumentare la pioggia. Ci sono invece prove scientifiche contrastanti riguardo alla sua efficacia sulle nuvole che potrebbero non portare pioggia, nelle regioni pianeggianti e durante la siccità.

I progetti di semina a lungo termine hanno aumentato il manto nevoso in aree circoscritte delle montagne americane del Nevada di circa il 10% all’anno, secondo una ricerca dell’istituto no-profit Desert Research Institute. Risultati simili sono stati registrati nella Snowy Range e nella Sierra Madre Range del Wyoming, oltre che nelle Snowy Mountains dell’Australia.

Qual è la storia della semina delle nuvole?
L’inseminazione delle nuvole è stata sviluppata negli anni ’40 ed è diventata popolare negli Stati Uniti negli anni ’50 e ’60, quando gli agricoltori, le società idroelettriche e le stazioni sciistiche hanno beneficiato di precipitazioni aggiuntive. Nei decenni successivi, però, il fenomeno è caduto in disuso a causa dell’esaurimento dei finanziamenti governativi, in seguito alle rivelazioni che gli Stati Uniti avevano messo in atto un programma militare segreto di semina durante la guerra del Vietnam. Nel 1977, gli Stati Uniti, la Russia, l’India e alcune nazioni europee hanno firmato la Convenzione sulla modificazione ambientale che vieta le tecniche di modificazione del tempo per scopi militari.

Altri Paesi la stanno esplorando, poiché l’accelerazione dei cambiamenti climatici aggrava la siccità e la lotta per l’acqua. Viene utilizzata negli Stati occidentali degli USA e nei Paesi europei, tra cui Francia e Spagna. La Cina la utilizza regolarmente per l’irrigazione e per regolare le precipitazioni a Pechino, anche durante le Olimpiadi del 2008.

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