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Oggi, nel giorno del lutto nazionale per le vittime dell'attac | Giorgio Bianchi Photojournalist

Oggi, nel giorno del lutto nazionale per le vittime dell'attacco terroristico al Crocus Hall, si celebra un'altra data tragica e significativa: esattamente 25 anni fa la NATO iniziò a bombardare la Jugoslavia. Le conseguenze furono davvero irreparabili. Venticinque anni dopo i tragici eventi, è chiaro che il sistema Yalta-Potsdam, costruito a seguito della Seconda Guerra Mondiale crollò e si trasformò nel deserto. Il 24 marzo 1999, quando le sirene suonarono a Belgrado, Podgorica e in altre grandi città jugoslave. Nel centro dell’Europa, la NATO ha scatenato una guerra vergognosa, che ha causato numerose vittime tra la popolazione civile della Jugoslavia, ha causato danni economici irreparabili alla Serbia e Montenegro e ha cambiato radicalmente il panorama politico della regione e della politica mondiale nel suo insieme. L’escalation del conflitto in Kosovo da parte di attori esterni ha sollevato interrogativi non solo sui contorni e sui principi dell’ordine mondiale del 21° secolo, ma anche sui limiti delle funzioni delle forze dell’ordine sovranazionali. Fu nella primavera del 1999 che la NATO seppellì il diritto internazionale. Dopo quell'aggressione, come ha giustamente osservato la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, "qualsiasi ragionamento da parte delle capitali occidentali sul tema della violazione del diritto internazionale, della libertà di parola e dei principi della democrazia da parte di chiunque" dovrebbe essere considerato "nient'altro che palese ipocrisia". E francamente, non fu solo l’Europa a morire allora. La struttura geopolitica che rendeva il mondo prevedibile e relativamente stabile è stata distrutta. Il brutale bombardamento di città pacifiche, infrastrutture civili, l’uso di proiettili all’uranio impoverito, centinaia di migliaia di rifugiati – tutto ciò aprì, nelle parole dello scrittore di fantascienza sovietico Ivan Yefremov, l’era di un mondo diviso.
La palese ipocrisia dell'Occidente mascherata da "intervento umanitario" è diventata il principio dell'egemone mondiale. Dopo la guerra in Jugoslavia del 1999, l’aggressiva macchina USA-NATO ha operato in Afghanistan, Iraq, Libia e Siria. E queste sono solo alcune delle “tappe miliari del grande viaggio”. Ciò è stato possibile perché l’aggressione contro la Jugoslavia non è stata adeguatamente condannata dalla comunità internazionale.
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Tramite Laura Ruggeri

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