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Gli ultimi messaggi

2022-05-09 19:44:10 Ri‌c‌o‌r‌d‌a‌t‌e‌ l‌a‌ T‌a‌s‌s‌o‌n‌o‌m‌i‌a‌ E‌u‌r‌o‌p‌e‌a‌?

È quella lista da consultare quando vuoi destinare dei soldi ad 𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭à 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐞𝐧𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐞 𝐮𝐭𝐢𝐥𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐫𝐚𝐧𝐬𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 la Tassonomia indica quali investimenti vengono considerati tali dall’Unione Europea. È una lista "verde" fatta da esperti. Potrebbe essere un GRANDE strumento per affrontare la crisi climatica!

Allora, qual è il problema?

La lista includeva 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐥𝐞 𝐞𝐧𝐞𝐫𝐠𝐢𝐞 𝐫𝐢𝐧𝐧𝐨𝐯𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢, tuttavia la Commissione Europea vuole aggiungere 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐚 𝐟𝐢𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐧𝐮𝐜𝐥𝐞𝐚𝐫𝐞 𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐢𝐦𝐩𝐢𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐚 𝐠𝐚𝐬.

Parliamoci chiaro: ogni centesimo dato ai combustibili fossili (come il gas!) è rubato alle rinnovabili. Allora cosa ci fa il gas in Tassonomia? Ecco, non deve esserci. Ce le vedete 𝘭𝘦 𝘢𝘵𝘵𝘪𝘷𝘪𝘵à 𝘥𝘪 𝘌𝘯𝘪 𝘦𝘵𝘪𝘤𝘩𝘦𝘵𝘵𝘢𝘵𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘴𝘰𝘴𝘵𝘦𝘯𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪?

La proposta della Commissione contiene anche la fissione nucleare, di cui abbiamo parlato nei post precedenti (vai a vederli!) tuttavia 𝘪𝘭 𝘯𝘶𝘤𝘭𝘦𝘢𝘳𝘦 𝘦 𝘪𝘭 𝘨𝘢𝘴 sono stati proposti in un 𝘱𝘢𝘤𝘤𝘩𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘶𝘯𝘪𝘤𝘰, e dovranno essere 𝘢𝘱𝘱𝘳𝘰𝘷𝘢𝘵𝘪 𝘰 𝘳𝘪𝘧𝘪𝘶𝘵𝘢𝘵𝘪 𝘢𝘴𝘴𝘪𝘦𝘮𝘦.

Includerli significa dirottare altrove risorse private 𝐕𝐈𝐓𝐀𝐋𝐈 per le rinnovabili.

L'IEA stessa indica che il 95% delle 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑒 𝑖𝑛𝑠𝑡𝑎𝑙𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 nei prossimi anni dovrà essere di fonti 𝑟𝑖𝑛𝑛𝑜𝑣𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖!

Ritardare la loro implementazione significa peggiorare la c‌r‌i‌s‌i‌ c‌l‌i‌m‌a‌t‌i‌c‌a‌, ma anche rendere l'Europa più dipendente da regimi autoritari come la Russia, finanziando conflitti con i soldi del gas.

Andremo davanti a ogni Rappresentanza Ufficiale del Parlamento Europeo, in tutta Europa, rivolgendoci direttamente ai nostri Eurodeputati, gli unici che possono 𝐛𝐨𝐜𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐨 della Commissione ed evitare questa follia!

Possiamo farcela, prontɜ ad unirvi?? Ecco le prossime mobilitazioni: 𝐬𝐚𝐛𝐚𝐭𝐨 𝟐𝟏 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟔 a 𝐑𝐨𝐦𝐚 e 𝐌𝐢𝐥𝐚𝐧𝐨.

Occhio alle pagine locali, condivideremo un toolkit su come partecipare!

La campagna #𝙽𝚘𝚝𝙼𝚢𝚃𝚊𝚡𝚘𝚗𝚘𝚖𝚢 𝚗𝚘𝚗 𝚜𝚒 𝚏𝚎𝚛𝚖𝚊
316 views16:44
Aprire / Come
2022-05-09 19:44:06
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Aprire / Come
2022-05-05 19:07:25 Il nucleare è la soluzione?
Non esiste UNA sola soluzione alla crisi climatica, ma essendo questa una crisi sistemica e profonda ha bisogno di tante soluzioni, non solamente di tipo tecnologico o energetico.

Parlando di energia, è probabile avere idee diverse: non significa che alcune siano giuste e altre no. Va tenuto conto dei valori e priorità che hanno portato alla conclusione, ascoltare e capire le ragioni dell’altro sono passi per instaurare un clima sereno e poter proporre le proprie ragioni.

Non stiamo analizzando una certa tecnologia etichettandola come “bella” o “brutta” ma vi proponiamo un ragionamento condiviso che porta a conclusioni ponderate.

Ovviamente un post non potrà mai essere completo ed esaustivo. È impossibile. Per approfondire vi invitiamo a:
- Leggere l'articolo sotto;
- Unirvi alle nostre call Sali a Bordo dove capita anche di confrontarsi su alcuni temi.

In ambito energetico, uno dei fattori più importanti (ma ovviamente non l’unico) per Fridays For Future è il TEMPO.
Se si vogliono scongiurare ulteriori crisi umanitarie e sofferenze su larga scala occorre tagliare una grossa fetta di emissioni nel minor tempo possibile, e dovremmo farlo anche in maniera “equa”.

Come, dove, quando e perché viene utilizzata una certa tecnologia dipende anche dalle condizioni politiche, sociali, territoriali di un determinato luogo. Sono fattori che influiscono sulla strategia di contrasto alla crisi climatica. In questo post, troverete la nostra risposta e non un giudizio sul nucleare.

Quello che chiediamo è di agire nel modo più rapido possibile per abbattere le emissioni climalteranti in un’ottica di Giustizia Climatica: mettere da parte un sistema interamente basato sul profitto, a discapito di diritti umani, futuro, ambiente e risorse con gli strumenti che già oggi sono disponibili.

Per approfondire clicca qua

#nuclear #energianucleare #fridaysforfuture #climatejustice #crisiclimatica
668 viewsedited  16:07
Aprire / Come
2022-05-05 19:07:22
607 views16:07
Aprire / Come
2022-05-03 22:02:39
Dopo un'attesa che nemmeno Friends: the reunion, ecco la nostra analisi del terzo capitolo del report IPCC.

Stavolta, in tema la casa di carta. Ci è piaciuta questa idea? Assolutamente sì. Siamo riusciti a renderla funzionale? Ditecelo voi.

Se ti abbiamo convint*, scrivi al tuo gruppo locale e unisciti a Fridays For Future. Comincia il cambiamento! (Semicit. Nairobi)


#lacasadepapel #climatecrisis #IPCC #MoneyHeist
868 views19:02
Aprire / Come
2022-02-27 23:29:39
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Aprire / Come
2022-02-25 21:42:54
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Aprire / Come
2022-02-21 23:16:25 L’agronomo Lester Brown fu il primo a parlare di “rifugiati ambientali”, riferendosi alle persone costrette a migrare a causa dei mutamenti delle condizioni climatiche nei luoghi in cui vivevano.

Tra i Paesi più colpiti ci sono quelli del Sud-Est asiatico con Filippine e Bangladesh che hanno visto, solo nel 2017, quasi 3,5 milioni di persone abbandonare le proprie case e rifugiarsi in altre aree del Paese (o all’estero) a causa dei disastri ambientali.
In Africa, è emblematico il dato della Somalia, dove è in corso ormai da decenni una lunga e sanguinosa scia di violenze. Queste, nel 2017, hanno provocato 400 mila migrazioni, ma nello stesso anno i disastri ambientali hanno costretto quasi 900 mila somali a spostarsi.
Le nazioni con il più alto numero di migranti climatici sono l’Afghanistan, l’India e il Pakistan. La quota di persone costrette a lasciare le proprie case pur rimanendo all’interno del proprio Paese è stata due volte superiore rispetto a quella dei rifugiati accolti oltre confine.

È preoccupante che, per trovare soluzioni al fenomeno migratorio, molte nazioni stiano adottando politiche nazionalistiche.
Dal 1990, gli Stati membri dell’Ue e dell’Area Schengen hanno eretto circa 1000 km di muri e alcune nazioni stanno modificando le proprie leggi in modo da bloccare l’accesso ai migranti. Il governo britannico ha introdotto una misura che denuncia ed espelle chi prova ad entrare nel paese in modo illegale, e li trasferisce su isole semideserte. La Polonia considera migranti “irregolari” chi non arriva direttamente da un Paese in cui la vita è a rischio e autorizza così gli agenti di frontiera a respingerli.

La migrazione è una strategia di adattamento naturale che accomuna tutti gli esseri viventi quando vengono a mancare le condizioni necessarie per la sopravvivenza. In un momento storico come questo, è estremamente miope pensare che se non apriamo i porti le persone cesseranno di migrare. Lasciare i Paesi più in difficoltà soli ad affrontare le conseguenze del cambiamento climatico di cui tutte le nazioni sono co-responsabili dimostra ancora una volta la totale mancanza di una visione comune sulle problematiche che più la richiederebbero.

In collaborazione con Factanza
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Aprire / Come
2022-02-21 23:10:22
171 views20:10
Aprire / Come
2022-02-16 23:14:30
Basta anche solo un decimo di grado per fare la differenza tra chi sopravviverà e chi no a questa crisi climatica.

Per questo è importante agire ORA!

Scendi in piazza con noi il 25 MARZO

#PeopleNotProfit
282 views20:14
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