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La finestra di opportunità La finestra si è richiusa. Oramai n | Dissensomedico - Fabio Franchi

La finestra di opportunità
La finestra si è richiusa. Oramai nominare ancora la C-parola suscita repulsione. Basta: non se ne può più!
Pensate a cosa succede se si mette troppo zucchero nel caffè: ad un certo punto non si scioglie più perché è arrivato alla saturazione. Uguale fenomeno avviene nella nostra mente: anche una barzelletta, per quanto bella sia, non vogliamo certo ascoltarla a ripetizione! È una reazione collettiva interessante, è accaduto anche nel passato. Fu così per l’AIDS e per tutte le altre pandemie artefatte. Finite per improvviso disinteresse collettivo. Per esempio, ricordate come andò con Zika? Era sulle prime pagine dei giornali per mesi e mesi nel 2016 e poi, nel giro di pochi giorni, l’argomento è sparito dalla ribalta e tutti se ne son scordati. Chi si occupa di manipolazione di massa lo sa bene. La finestra di opportunità, per incidere nei comportamenti e nelle regole della società, si apre con facilità, ma poi la stessa si richiude inesorabilmente, è controproducente insistere. Ora, dopo un’indigestione prolungatasi per tre anni e mezzo, è chiaro che non si vuol più neanche sentir parlare della solita minestra. Provoca nausea e fastidio.
Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammoce o’ passato, simmo a' Napule, paisà!
Torti e ragioni rimangono in cantina, congelati, che siano risolti oppure no. Quel che ci dovremo ricordare ce lo suggeriranno ancora “loro” con un indottrinamento subdolo e silenzioso. L’attenzione è al momento deviata da altri pressanti problemi di cui è ricca la nostra attualità.
Spiace per i danneggiati. Essi non dimenticano, certo, ma cominciano a capire che la loro società, quella sì, li ha destinati all’oblio (la loro esistenza ricorda aspetti spiacevoli, da rimuovere) e li ha abbandonati. Meglio pensare: “hanno avuto sfortuna, capita, gli è caduta una tegola sulla testa”. Qualche raro forse riuscirà a ricevere qualche briciola di riconoscimento, e sarà finita lì. Avanti il prossimo.
Così va il mondo, verso nuovi traguardi di stupidità ed asservimento con una precisa costante: la mancata - o crepuscolare - comprensione degli avvenimenti, che è il terreno fertile su cui daranno vita ai prossimi criminali progetti, uno più folle dell’altro. La transizione verde, la moneta digitale, il cibo sintetico, la città di 15 minuti, e, magari tra qualche mese, una nuova pandemia. Adesso non si può, neanche una vera e reale peste bubbonica riuscirebbe a fare breccia nelle menti esaurite dei nostri concittadini. Perciò bisogna lasciar decantare i loro pensieri per un periodo congruo.
Che la mancata comprensione sia una realtà lo dimostra il fatto che i responsabili di quanto accaduto sono ancora lì, confermati anche alle ultime elezioni, anzi confermati più delle volte precedenti. È successo persino che Silvio Brusaferro, presidente dell’ISS, dopo che è stato provato (con la pubblicazione dei suoi messaggi) che avesse ingannato gli italiani, sia stato premiato con la medaglia d’oro “alla resistenza sanitaria”. Gliel’ha appuntata durante una sfarzosa cerimonia il nostro esimio presidente, il garante della Costituzione, il 25 aprile 2023. Giornalisti riverenti (tranne quelli de La Verità).
La Maria Rosa Marra rimane Direttore Generale dell’AIFA, dopo che si è saputo come abbia ordinato di manipolare i grafici della stessa Agenzia, per evitare che si notassero i danni da vaccino.
Nei giorni scorsi il ministro Orazio Schillaci ha approvato un incremento del contributo dell’Italia all’ONU di Bill Gates, visto che hanno gestito così bene, ed ha accettato una riduzione della nostra sovranità riguardo i temi sanitari. Una decisione che porterà i suoi frutti.
Insomma, “volete la pace o il condizionatore acceso?” Questo è il livello intellettuale che ci attribuiscono e su cui contano. E un po’ di ragione ce l’hanno, collettivamente parlando.