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La Russia riconosce le Repubbliche di Lugansk e Donetsk. Timor | Dèmos

La Russia riconosce le Repubbliche di Lugansk e Donetsk. Timori di guerra?

Un conflitto che dura da ormai più di 8 anni si è materializzato in un confronto più aperto e che potrebbe tirare in ballo più protagonisti globali in quello che oggi diventa un vero e proprio teatro di guerra alle porte del cuore dell'Europa Centrale. Il 21 Febbraio Vladimir Putin ha riconosciuto l'Indipendenza delle Repubbliche secessioniste di Donetsk e Lugansk, nate successivamente alle dimostrazioni ucraine di #Maidan nel 2014. Nel discorso di Putin, che passerà alla storia e sembra rievocare i tempi passati della Guerra Fredda, il Presidente della Federazione Russa ha invitato gli ucraini a riflettere sulle tradizioni e i valori che accomunano le due popolazioni unite anche da un'eredità sovietica che ha contribuito ad allargare il territorio ucraino, variegato nella sua geografia etnico/religiosa. Questa complessità ha portato buona parte degli oblast di #Donetsk e #Lugansk, con forte presenza russofona, ad intraprendere una lotta di resistenza che vede le due repubbliche premiate con il riconoscimento da parte della #FederazioneRussa ma non della maggioranza della Comunità Internazionale, #NATO in primis e #USA in pole position che ne rivendicano l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina. La Russia nelle proposte diplomatiche avanzate a #Washington ha chiaramente palesato preoccupazioni riguardo ad un potenziale ingresso nell'#AlleanzaAtlantica dell'#Ucraina che potrebbe diventare terreno di conservazione o proliferazione di armi nucleari, questo alla #Russia non va bene.

Alla base del braccio di ferro tra le due parti ci sono gli Accordi di Minsk, in verità, mai rispettati come rivelano i conflitti locali continuati permanentemente nel corso di questi lunghi 8 anni, e fomentati, come rivela Putin da un sentimento revanscista filonazista che è stato inculcato dall'Occidente.

In questo scenario diventa preminente capire quale sarà il futuro dell'#UE: da una parte legato a doppio filo tra l'esigenza di usufruire della ricca fonte di #gas naturale proveniente da #Est con il #gasdotto #NS2 che aspetta solo di esser attivato e dall'altro impelagato nel dover acconsentire alle pressioni che arrivano da oltreoceano che ora - oltre ad utilizzare l'hub gasiero in ottica di strategia geopolitica - si vede costretta a dover infliggere sanzioni commerciali alla #Russia rompendo ulteriormente i rapporti ad Oriente e spingendo, per necessità, #Putin e soci a rafforzare l'alleanza #eurasiatica con la #Cina.

Ne discutiamo con l'Analista Geopolitico Esperto di Relazioni Italia-Russia e Saggista Demostenes Floros



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