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La vicenda Zaki è una variabile secondaria di una questione ge | Democrazia Giustizia e Libertà

La vicenda Zaki è una variabile secondaria di una questione geopolitica molto più grande che riguarda le relazioni politiche, economiche e commerciali tra l’Unione Europea (e l’Italia in particolare) e l’Egitto. Il paese africano è molto importante da tutti i punti di vista per i paesi occidentali, ma non è sdraiato a pelle di leopardo ai piedi della NATO come ai bei” tempi (per l’Occidente) di Sadat e poi di Mubarak.

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La “rivoluzione colorata” e le vicende successive non hanno portato ad uno stato e ad un governo schierati a fianco dell’Occidente senza se e senza ma, e oggi l’Egitto è un paese strategico che rivendica con orgoglio la sua indipendenza e la sua autonomia. Tradotto, non disdegna, come tanti altri paesi, di intessere relazioni politiche e commerciali anche con la Russia e la Cina.

È questo il quadro all’interno del quale si inserisce la vicenda del giovane Zaki che è stato solo una pedina da usare o scambiare in un gioco enormemente più grande di lui e dei suoi destini personali. Non sapremo mai, ovviamente, l’oggetto della trattativa (come di qualsiasi trattativa di questo genere) ma è del tutto irrilevante ai fini della comprensione di quanto accaduto.

Con la sua liberazione l’Egitto dimostra di essere un partner tutto sommato affidabile e le diplomazie occidentali, quella italiana in primis, possono cantare vittoria e, cosa ancora più importante, mantenere strette relazioni economiche e commerciali (e politiche) con un paese troppo importante geopoliticamente per essere regalato alla Cina e alla Russia, soprattutto dopo il riavvicinamento fra l’Arabia Saudita e l’Iran (e indirettamente alla Russia).

Ora l’Occidente ha il suo nuovo “eroino” mediaticamente spendibile. Ci hanno provato ad eleggere Navalny come paladino dei diritti e del liberalismo, ma i suoi trascorsi nazisti e razzisti sono troppo imbarazzanti perfino per i media occidentali. Zaki invece è perfetto per lo scopo. Sembra uscito da una sezione universitaria del PD. Non è da escludere una sua candidatura alle europee del 2024.


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