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La definizione di Cultura della Morte, secondo Pecchioli pare | Democrazia Giustizia e Libertà

La definizione di Cultura della Morte, secondo Pecchioli pare evidente, dato che la nostra è una società “mortuaria”, una società “obitorio”

IL PENSIERO ERETICO : CONTRO LA CULTURA DELLA MORTE A DIFESA DELL’UMANITÀ
di Francesco Centineo

Pecchioli : "Debbo innanzitutto constatare come il “Pride” questo evento in nome dell’orgoglio omosessuale, pansessuale, transessuale e chi più ne ha più ne metta, tutti questi eventi, queste manifestazioni in nome dello “orgoglio” hanno in comune una cosa. Condividono un’immaginario profondamente blasfemo, permeato, composto da simboli religiosi e rappresentazioni capovolte della cultura cristiana, di cui siamo figli indipendentemente dal nostro credo cristiano o qualsiasi esso sia o anche se non crediamo affatto.

Il fenomeno a cui assistiamo è quello della “disponibilità” della vita umana. Mentre la civiltà di cui siamo figli, considerava “indisponibile” la vita umana e non concepiva soppressione, omicidio e tutti ciò che è intervento rispetto al suo normale e naturale svolgersi dall’inizio alla fine. 

Questa “indisponibilità” non vi è più, anzi, siamo di fronte al suo esatto contrario: alla piena “disponibilità” della vita. Dall’aborto fino all’eutanasia. L’aborto che possiamo considerare come una possibilità, ma non come un diritto. Anche perché vi sono due soggetti che rimangono esclusi nonostante siano influenzati e sensibilmente da questa decisione.

Com’è assurdo l’approccio alla cosiddetta eutanasia - la dolce morte programmata ed assistita - una questione complessa su cui è difficile e fuori luogo esprimere giudizi apodittici tanto più che nessuno di noi si trova nella condizione di esperire tali tragiche situazioni, tuttavia immaginare uno stato boia.


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