2022-04-09 21:56:40
Inizia la settimana più santa dell'anno, la settimana che segna lo spartiacque tra un prima e un dopo, tra una storia umana e una storia redenta, salvata, illuminata da una nuova luce. È una settimana che inizia tra rami di palma e fronde, tra canti e acclamazioni, e che va avanti un po' in sordina, concludendosi nella Passione e nella Morte di colui che era venuto per salvare il popolo di Israele.
Se vuoi arrivare alla Vita, devi passare per la Morte. Pasqua, in ebraico, significa proprio passaggio. Non c'è cambiamento, non c'è salvezza, non c'è gioia piena, se prima non sperimenti quel deserto che ti fa riscoprire l'essenziale. Non puoi venire alla luce, non puoi ri-nascere dall'alto, se prima non sei in grado di morire a te stesso, cioè di lasciare andare tutto ciò che ti è comodo ma ti avvelena l'anima. Non c'è eternità se prima non ti riconosci mortale, e passi per quella porta stretta che ti fa paura, ma si spalanca sulla Vita in abbondanza.
Ma la pedagogia di Dio non è quella del rito di iniziazione, della sofferenza fine a se stessa: è Lui stesso che ha preso su di sé il nostro peccato, è Lui stesso che si fa Pane e Vino per saziarci e dissetarci nel cammino, è Lui che muore al posto nostro, è Lui che scinfigge la Morte una volta per tutte.
Spesso ci lasciamo soffocare dalle preoccupazioni, dalla presa di coscienza di "non essere abbastanza... (bravi/capaci/costanti/forti/coerenti, ognuno può aggiungere il suo aggettivo)" . Ma invece di preoccuparci inutilmente , Gesù lo dice altre volte nel suo Vangelo, quello che possiamo fare è sperimentare la potenza della fede.
A noi, sotto la croce, è solo chiesto di credere. Di credere che la Vita ha già vinto, anche se la morte fa più rumore. Di credere che nulla, neanche la pietra più pesante, neanche il peccato più grande, può soffocare l'amore di Dio.
-sara
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