2022-03-02 23:26:33
fuggire da altri continenti martoriati da decenni di guerre e
sfruttamento occidentale vengono espulse, deportate oppure rinchiuse in
centri di accoglienza (o presunti tali) che sono dei veri e propri
lager? Rifiutiamo questa subdola strumentalizzazione della questione
migratoria ed esprimiamo solidarietà con tutte le persone che per
ragioni umanitarie, politiche o economiche decidono di lasciare il
proprio paese per venire in Europa, in questo momento in particolare
alle persone che arrivano dall'Ucraina per fuggire dalla guerra, o chi
dalla Russia dalla repressione del regime di Putin.
- Contro la loro guerra, contro la loro pace!
Rimane fondamentale evitare di cadere in semplificazioni e contrastare
le guerre senza naufragare in uno sterile pacifismo, riflettendo a quali
siano le cause reali alla radice di questa situazione.
Le guerre contro nemici esterni vengono usate dagli Stati per
consolidare il proprio potere e reprimere ogni dissenso e conflittualità
sociale all’interno dei propri confini, manipolando le classi sfruttate
usate come pedine da sacrificare in nome di una bandiera. Nel caso della
Russia di Putin questo sembra evidente. Ma anche alle nostre latitudini,
facciamo attenzione a non farci accecare dalla febbre nazionalista e
dalla paura. Come si è potuto osservare durante il periodo della
pandemia, alcuni dispositivi di controllo delle popolazioni civili
possono essere implementati dagli Stati anche in assenza di una "guerra
aperta e dichiarata" (lockdown, chiusura delle frontiere, limitazione
dei movimenti) con il pretesto di difenderci da un "nemico invisibile."
Come affermano con lucidità dei/delle compagne anarchiche ucrainx: ciò
che sta accadendo in Ucraina è un atto di aggressione imperialista:
un’aggressione che, se andasse a buon fine, porterebbe al declino della
libertà ovunque—in Ucraina, in Russia e probabilmente anche in altri
paesi. E aumenterebbe anche la probabilità che la guerra continui e si
trasformi in una guerra globale.
Di fronte all’attacco dell’esercito russo in Ucraina, non lasciamoci
ingannare dai discorsi dei governi europei, che in nome della difesa di
una presunta “pace”, invocano misure militari o aumento degli
investimenti in questo settore, per salvaguardare il funzionamento della
macchina capitalista e il proprio tornaconto personale. Non lasciamo che
i discorsi guerrafondai uccidano lo spirito critico e la risposta
istintiva di repulsione che ogni essere umano dovrebbe avere di fronte
al massacro su scala industriale costituito dalle guerre dichiarate
dagli Stati. Come scritto in un comunicato di Food Not Bombs Mosca
diffuso in questi giorni: non prenderemo mai le parti di questo o quello
stato, la nostra bandiera è nera, siamo contro i confini e i presidenti
parassiti. Siamo contro le guerre e le uccisioni di civili.
- Solidarietà con la resistenza dal basso in Russia ed Ucraina
In questi giorni sia in Ucraina che in Russia moltissime persone si
stanno opponendo in vari modi alla guerra provocata dallo Stato russo.
In Russia, nonostante la censura e la repressione, si stanno svolgendo
manifestazioni quasi ogni giorno in diverse città, con centinaia di
arresti per il solo fatto di uscire in strada per esprimere la propria
opposizione alla guerra. In Ucraina, dei collettivi anarchici raccontano
di gruppi auto-organizzati che, basati sul mutuo appoggio e la
solidarietà, in vari modi partecipano alla resistenza popolare contro
l’invasione dell’esercito russo. Dagli stessi gruppi anarchici ucraini è
stata lanciata una chiamata di solidarietà per dei presidi ai consolati
e ambasciate russe (come a Berna il 26 febbraio). Rilanciamo la
solidarietà anche da Lugano, dove hanno sede molte banche ed istituti
finanziari con capitali russi e/o con interessi nel settore degli
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