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Le notizie truculente che i mass media ogni giorno ci propinan | Come Don Chisciotte - Informazione indipendente dal 2003

Le notizie truculente che i mass media ogni giorno ci propinano determinano nelle persone uno stato di disagio continuo, di paura di tutto, di sfiducia totale nei confronti degli altri. E non pochi finiscono col barricarsi in casa, col terrore di un mondo di mostri. E non è, affatto, così. La realtà non è fatta solo di omicidi, stupri, stragi ed altri orrori vari, eppure, sono queste scelleratezze che più frequentemente occupano gli spazi dei giornali. Ci viene mostrato solo il lato peggiore delle cose. Ma perché i mass media danno tanto spazio ai fatti più orripilanti della nostra società, dimenticando tutte le buone azioni che si compiono nel mondo? Perché "forse fa comodo tenere il paese in continua apprensione" ("L’Unità", 16 settembre 1984, pag. 4, Lettere.).

E se tutto ciò costituisse un disegno elaborato da forze occulte di potere, che hanno interesse a creare scenari nuovi e apocalittici, per provocare certi cambiamenti a loro più graditi? Ci troveremmo, in questo caso, ad essere bersagli indifesi, nel mezzo di una sottile guerra psicologica. Increduli? Ebbene, l’uso dell’informazione, come forza destabilizzante, è più diffuso di quanto vi sforziate di immaginare. In casi del genere i mass media sono usati come "mezzi persuasivi e/o costrittivi, tali da consentire l’ampliamento delle aree di controllo e supremazia e il conseguimento di scacchieri operativi totalmente immuni dall’insidia della critica e della riflessione attiva. Nel quadro internazionale la guerra psicologica assume un ruolo preminente...". (Piero Baroni, La guerra psicologica, Roma 1986, pag. 186)

In questo caso si comprenderebbe meglio ciò che si vuole instaurare nella gente, scagliandole contro una massa di notizie efferate, devastanti e brutali: paura, disperazione, grande insicurezza e di conseguenza "la sensazione di essere indifesi che produce vulnerabilità, l’obiettivo tattico della guerra psicologica attiva". Col condizionamento si guida l’orientamento delle persone verso finalità programmate. Nella mente della gente si creano modi di essere e comportamenti differenti dai precedenti. Il processo è sottile e subdolo e "si estrinseca nell’azione o nell’atteggiamento provocati da un impulso o da una sollecitazione tali da indurre i soggetti stessi ad uniformarsi ad una linea preconfigurata, instillata precedentemente, educando i ricettori a reagire in una ben precisa direzione".

Il condizionamento progressivo, una volta realizzato, può essere utilizzato in diversi modi: "-per avallare delle scelte -per estendere il controllo -per accreditare immagini - per corroborare dottrine -per demolire situazioni e condizioni -per indirizzare reazioni e sentimenti a fattore comune -per esercitare pressioni -per fagocitare posizioni di resistenza e si tiene sotto controllo con l’azione psicologica..." . Cosa si vuole, esattamente, ottenere col condizionamento?

E’ presto detto: assoggettare, annullare ogni reattività critica, incrinare la fiducia del cittadino nei confronti di ogni sicurezza acquisita, svuotandolo di coraggio e determinazione; bloccare o limitare l’imponderabilità di ciò che non è prevedibile nell’individuo e via di seguito, fino a modificarne la scala dei valori, riadattarla ad un diverso modo di concepire la realtà e la vita. Tutto ciò serve a creare emozioni o a inibirle, distrarle, orientarle, in conclusione, a controllare l’opinione pubblica. Una vera e propria guerra psicologica. Eccone la definizione: "L’insieme delle operazioni, delle azioni, delle iniziative tendenti a conseguire l’obiettivo di assumere e mantenere il controllo di grandi strati di masse e di pilotarne le opinioni, i giudizi e le conseguenti manifestazioni, agendo sulla ricettività istintiva, sull’emotività e sul processo formativo delle valutazioni...".