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SAN LORENZO DA BRINDISI, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA Do | Christus vincit

SAN LORENZO DA BRINDISI, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA

Doppio.
Paramenti bianchi.

Lorenzo nacque a Brindisi, in Puglia, il 22 luglio 1559 da pii parenti di nobile ed agiata condizione. Educato dapprima da due religiosi, e poi, a Venezia, da un suo piissimo zio, sacerdote, si sentì attratto alla vita monastica. Quindi entrò ancora adolescente, il 18 febbraio 1575, nell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini a Verona, e vi emise i voti religiosi. A Padova studiò a fondo logica e filosofia, e nuovamente a Venezia teologia; inoltre apprese perfettamente molte lingue antiche e moderne. Ordinato sacerdote il 18 dicembre 1582, esplicò tosto il suo zelo fra gli studenti dell'Università di Padova e successivamente gli fu affidato il compito della predicazione, per cui peregrinò instancabilmente per quasi tutta l'Italia e varie altre regioni d'Europa con copiosissimo frutto di anime. Designato dal Sommo Pontefice ad evangelizzare i Giudei, convertì molti di essi a Cristo; come preservò moltissimi immuni dall'eresia, o restituì alla Chiesa cattolica coloro che erano già caduti in essa.
Dotato di grande prudenza e saggezza, fu preposto dapprima al governo di parecchie Province religiose, poi di tutto l'Ordine dal 1602 al 1605. Anzi, essendo graditissimo ai Sommi Pontefici, ai governatori dei popoli e allo stesso imperatore per le medesime virtù, fu scelto spesso da essi per portare a termine difficilissimi incarichi. Ottenne che i principi cristiani, deposte le inimicizie tra loro, si alleassero contro le continue scorrerie dei Turchi. Nell'ottobre 1601 l'esercito cristiano, riunito ad Albareale (Székesfehérvár) in Ungheria, con alla testa Lorenzo che portava la croce ed esortava tutti, soldati e capitani, riportò un'importante vittoria, della quale egli è ritenuto non immeritatamente l'autore principale.
Fra così numerose e grandi imprese, coltivò le virtù religiose in modo eroico. Impiegava tutto il tempo libero nella preghiera, conciliando meravigliosamente la vita interiore con l'apostolato. Meditando la passione di Cristo e celebrando il Santo Sacrificio, era così suggestionato da non poter trattenersi dalle lacrime; stimò in modo esclusivo anche la Beata Vergine Madre di Dio, alla quale offriva ogni cosa da lui appresa. Infine, inviato a Lisbona dal popolo napoletano per parlare al re di Spagna Filippo III, come strenuo difensore della libertà e giustizia cristiana, morì, si può affermare, nel campo di battaglia, il 22 luglio 1619. Insignito da Dio, in vita e dopo morte, con segni divini e miracoli, Pio VI lo beatificò nel 1783 e Leone XIII lo annoverò nel numero dei Santi nel 1881. Lasciò molti scritti in difesa della fede cattolica contro gli eretici e per illustrare la sacra Scrittura, o per celebrare i santi, in primis la beatissima Vergine Maria. Nel 1959 il sommo Pontefice Giovanni XXIII, in seguito alla decisione della Congregazione dei Sacri Riti, lo proclamò Dottore della Chiesa, col titolo di Apostolicus.