Get Mystery Box with random crypto!

Trattamento di dati relativi alla vaccinazione anti Covid-19 n | Libera Coscienza Canale

Trattamento di dati relativi alla vaccinazione anti Covid-19 nel contesto lavorativo

Mi giungono notizie che alcuni datori di lavoro stiano chiedendo direttamente ai dipendenti la propria situazione vaccinale da mandare alle ASL. ASSOLUTAMENTE NO!

Seppur il DL 1 aprile 2021 nr. 44 presenti criticità https://www.facebook.com/mammainfo/posts/4601515119875960 la procedura descritta all'articolo 4 sullo scambio dati è chiara. Al comma 3 troviamo: "3. Entro cinque giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, ciascun Ordine professionale territoriale competente TRASMETTE l'elenco degli iscritti, con l'indicazione del luogo di rispettiva residenza, ALLA REGIONE o alla provincia autonoma in cui ha sede. Entro il medesimo termine i DATORI DI LAVORO degli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attivita' nelle strutture sanitarie, sociosanitarie, socio-assistenziali, pubbliche o private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali TRASMETTONO L'ELENCO DEI PROPRI DIPENDENTI con tale qualifica, con l'indicazione del luogo di rispettiva residenza, alla regione o alla provincia autonoma nel cui territorio operano" a parte che manchi A CHI TRASMETTERE IN MANIERA SPECIFICA. Non basta scrivere alla REGIONE??!! Comunque già sappiamo che questa "Legge" non rispecchia minimamente il GDPR Privacy. Non basta scrivere una "Legge" per assolvere a questo ma speriamo che il Garante intervenga al più presto. QUINDI E' CHIARO CHE il datore di lavoro o l'Ordine debba mandare la lista dei nominativi e NON chiedere la situazione vaccinale direttamente ai dipendenti/iscritti.

Al comma 4: "Entro dieci giorni dalla data di ricezione degli elenchi di cui al comma 3, LE REGIONI e le province autonome, per il tramite dei servizi informativi vaccinali, VERIFICANO LO STATO VACCINALE DI CIASCUNO dei soggetti rientranti negli elenchi. Quando dai sistemi informativi vaccinali a disposizione della regione e della provincia autonoma non risulta l'effettuazione della vaccinazione anti SARS-CoV-2 o la presentazione della richiesta di vaccinazione nelle modalita' stabilite nell'ambito della campagna vaccinale in atto, la regione o la provincia autonoma, nel rispetto delle disposizioni in materia di protezione dei dati personali, SEGNALA immediatamente ALL'ASL di residenza i nominativi dei SOGGETTI CHE NON RISULTANO VACCINATI" a parte che NON si capisca il passaggio dalla regione all'asl, il quale sembrerebbe in eccesso, dato che la regione, a capo del ministero dell'interno, NON POSSA USARE L'AVR. Solo i dipendenti del ministero della salute come BEN specificato nel DM 17 settembre 2018. Ma con questo obbligo vaccinale farlocco ormai siamo direttamente nella fantagiurisprudenza.

Al comma 5: "Ricevuta la segnalazione di cui al comma 4, l'azienda sanitaria locale di residenza invita l'interessato a produrre, entro cinque giorni dalla ricezione dell'invito, la documentazione[...]" QUINDI SI DEVE ASPETTARE LA LETTERA ASL. Solo lì ci si muove e darò ulteriori indicazioni. Aspettiamo i tempi tecnici della pubblica amministrazione.

E' chiaro che vogliano usare il ricatto lavorativo per imporre la vaccinazione obbligatoria (come già viasto con la Legge Lorenzin) e saranno certi soprusi e violazioni sul luogo di lavoro. Rispondete solo: "Per Legge devo aspettare la lettera asl per controllare che sia tutto a posto". Non date altre informazioni per non subire mobbing e bullismo. La specialità del nostro Governo.

La privacy è un DIRITTO. Imparate ad esercitarlo.

1. Il datore di lavoro può chiedere conferma ai propri dipendenti dell’avvenuta vaccinazione?

NO. Il datore di lavoro non può chiedere ai propri dipendenti di fornire informazioni sul proprio stato vaccinale o copia di documenti che comprovino l‘avvenuta vaccinazione anti Covid-19. Ciò non è consentito dalle disposizioni dell’emergenza e dalla disciplina in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.