Il parlamento di Westminster si è riunito per discutere la sit | A very British Channel
Il parlamento di Westminster si è riunito per discutere la situazione afgana in una seduta d’emergenza, ancora in corso. Per la prima volta da oltre un anno la House of Commons torna completamente in presenza e, come tradizione, affollata.
Boris Johnson nel suo discorso ha cercato, piuttosto invano, di sostenere che l’evoluzione della situazione afgana non abbia preso di sorpresa il governo britannico e ha sottolineato come l’intervento congiunto di USA, UK e Nato abbia sconfitto Al Qaeda ed eradicato il terrorismo internazionale di base in Afganistan. Johnson ha anche sottolineato come una presenza britannica in Afghanistan era insostenibile senza il supporto logistico americano e soprattutto senza la copertura dell’aeronautica militare statunitense. Il Primo ministro ha evidenziato come la priorità del governo sia nell’immediato quella di far rimpatriare tutto il personale britannico - militare e non - presente in Afghanistan insieme agli afgani che hanno collaborato direttamente con i britannici. Inoltre il governo si impegna ad accogliere 20.000 rifugiati di cui però solo 5.000 in quest’anno. Questa è stata ovviamente una delle posizioni più contestate dagli interventi successivi, in particolare dal leader dell’opposizione Keir Starmer che se da un lato ha contestato l’operato del governo in termini di prevenzione e gestione della capitolazione di Kabul nelle mani degli stessi Talebani, dall’altro si è guardato bene dal contestare - come ha invece fatto l’ex leader Jeremy Corbyn nel suo intervento - lo spirito stesso della guerra voluta da Tony Blair a fianco di George Bush.
Anzi Starmer, rivolgendosi direttamente ai soldati britannici, ha voluto ringraziarli e dir loro che i sacrifici fatti non sono stati vani e che la situazione per la sicurezza britannica e per le condizioni degli afgani è migliore grazie all’intervento militare britannico.
Dal 2008 il Regno Unito ha reimpatriato più di 15mila persone in Afghanistan, più di ogni altro paese europeo, come sottolineato dal New Statesman.
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