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⁣“Settembre, andiamo. È tempo di migrare. Ora in terra d'Abr | L' universo della poesia! "❤️"

“Settembre, andiamo.
È tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
Lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d'acqua natía
rimanga ne' cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d'avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!
Ora lungh'esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l'aria,
il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquío, calpestío, dolci romori.
Ah perché non son io cò miei pastori?
"

La poesia “I pastori” di Gabriele D’Annunzio è tratta dalla raccolta Alcyone del 1903.

Il giallo delle foglie, le nebbie agli irti colli, il verde che appassisce. Tutto biondeggia. Il grano, i chicchi d’uva, le mele e i peri appesi. Il tempo dell’autunno è già arrivato. Si torna al quotidiano che apre poi all’inverno. Chi torna nella scuola, chi torna al suo lavoro chi, invece, per ristoro, ha solo bianche spiagge.
È tempo di formaggio, di cacio, di groviera, di tutto ciò ch’è sfera di impegno e transumanza. Questa poesia, vuol sol dare l’assaggio dell’autunno, di bacche, noci e malli, per dare un po’ colore, al tempo che già cambia.

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