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Come potrò dire a mia madre che ho paura? La vita, il doma | Psicologia Amicizia Amore Disagio

Come potrò dire

a mia madre

che ho paura?

La vita,

il domani,

il dopodomani

e le altre albe

mi troveranno

a tremare

mentre

nel mio cervello

l’ottovolante della critica

ha rotto i freni

e il personale

è ubriaco.

Ho paura,

tanta paura,

e non c’è nascondiglio possibile

o rifugio sicuro.

Ho licenziato
Iddio

e buttato via una donna.

La mia patria

è come la mia intelligenza:

esiste, ma non la conosco.

Ho voluto
il vuoto.

Ho fatto
il vuoto.

Sono solo

e ho freddo

e gli altri nudi

ridono forte
mentre io striscio

verso un fuoco che non mi scalda.

Guardo avvilito
questo deserto

di grattacieli
e attonito

vedo sfilare
milioni di esseri di vetro.

Come potrò 
dire a mia madre

che ho paura?

La vita,

il suo motivo,

e il cielo

e la terra

io non posso raggiungerli

e toccare…

Sono sospeso a un filo

che non esiste

e vivo la mia morte

come un anticipo terribile.

Mi è stato concesso

di non portare addosso

vermi
o lezzi o rosari.

Ho barattato

con una maledizione 
vecchia ma in buono stato.

Fu un errore.

Non desto nemmeno
più la pietà

di una vergine e non posso
godere il dolore
di chi mi amava.

Se urlo chi sono,

dalla mia gola

escono deformati e trasformati

i suoni che vengono sentiti

come comuni discorsi.

Se scrivo il mio terrore,

chi lo legge teme di rivelarsi e fugge

per ritornare dopo aver comprato

del coraggio.

Solo quando
scadrà l’affitto

di questo corpo idiota

avrò un premio.

Sarò citato
di monito a coloro

che credono sia divertente

giocare a palla
col proprio cervello

riuscendo a lanciarlo
oltre la riga
che qualcuno ha tracciato

ai bordi dell’infinito.

Come potrò dire a mia madre

che ho paura?

Insegnami, 
tu che mi ascolti,

un alfabeto diverso

                                                    da quello della mia vigliaccheria.